1944

L’inferno arriva dal cielo

Il bombardamento alleato sul centro storico

Nel 1944, con l’avanzare verso nord del fronte di guerra, i bombardamenti angloamericani sul territorio italiano si intensificano e le condizioni di vita in Emilia Romagna peggiorano: aumenta il numero degli sfollati che si allontanano dai grandi centri abitati, la presenza dei soldati tedeschi si fa più pressante, molte sono le difficoltà di approvvigionamento dei beni di prima necessità.

Modena subisce il primo bombardamento il 14 febbraio. Attuato per colpire vie di comunicazione utili alle truppe occupanti e le maggiori industrie che forniscono attrezzature e munizioni per la guerra, il raid si abbatte principalmente sulla zona della stazione ferroviaria e del quartiere Sacca, causando un centinaio di morti e 150 feriti.

Ma è il secondo il più grave attacco aereo: il 13 maggio gli Alleati colpiscono per errore il centro storico, sebbene l’obiettivo fosse lo scalo ferroviario. Perdono la vita 122 persone e 3.000 restano senza casa. Vengono distrutte le chiese dei Servi e di San Vincenzo e Villa Rainusso (gia Villa Pentetorri); sono fortemente danneggiati la chiesa di San Domenico, il Tempio monumentale, il Duomo e numerose abitazioni. Questa incursione ferisce nel profondo la popolazione e le autorità fasciste tentano di sfruttare a loro vantaggio lutti, paure e disagi: una propaganda capillare attribuisce agli Alleati la volontà di distruggere il Paese e i civili.

Il bombardamento non è più solo uno strumento di strategia militare, ma è un elemento di propaganda utilizzato per condizionare un’opinione pubblica fiaccata dalla guerra, impaurita e incapace di dare senso agli eventi.

Adamo Pedrazzi, reggente dell’Archivio storico del Comune di Modena, nella sua Cronaca dell’occupazione nazi-fascista di Modena, racconta:

“La città è costernata, piange con lacrime accorate la morte di tanti suoi figli, perché i morti sono indubbiamente parecchi, ed ha un doloroso pensiero per le sue molte case, pei suoi palazzi, per le sue officine devastate barbaramente. Sono gravi ferite che la toccano da presso, e sono tali che attirano su chi le ha inferte il disprezzo, l’odio, la maledizione.

[…] E gli illusi che credevano alla intangibilità di Modena, possono ora ricredersi e modificare pensieri ed opinioni. Nessuno al mondo può giurare sulle intenzioni e sulla condotta degli altri; non si poteva quindi, logicamente, aspettarsi che gli Anglo Americani volessero risparmiarci forse perché v’è fra noi chi li stima ed apprezza, ma se del caso, costoro, possono mutare parere”.

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