Duomo di Modena

Corso Duomo

Il 9 giugno 1099, nel centro della città, viene posata la prima pietra di quello che diverrà il Duomo di Modena, dichiarato quasi novecento anni dopo – nel 1997 – “Patrimonio dell’umanità” dall’Unesco insieme alla piazza e alla Ghirlandina. Il clero e le principali classi sociali modenese danno incarico a Lanfranco di erigere un’ardita architettura romanica su una chiesa di epoca precedente costruita intorno al sepolcro di San Geminiano, vescovo e patrono della città. Innovativa nella struttura e nel significato simbolico di cui è portatrice, la basilica si arricchisce dell’apparato scultoreo di Wiligelmo, che mescola raffigurazioni sacre e profane, celestiali e mostruose.

Il 30 aprile 1106 il corpo di San Geminiano viene traslato nella nuova chiesa alla presenza della contessa Matilde di Canossa, del vescovo Dodone e di numerosi fedeli. Dopo sei mesi viene consacrato l’altare del Santo, mentre la consacrazione della chiesa avviene solo nel 1184.

Dalla fine del XII secolo fino al XIV, a Lanfranco e Wiligelmo succedono i Maestri Campionesi, famiglia di architetti e scultori provenienti da Campione (sul lago di Lugano) che si tramandano di padre in figlio il compito di completare la cattedrale modenese e di apportare modifiche al progetto primitivo. Se tra il XVI e il XVII secolo il Duomo subisce una serie di interventi che alterano internamente ed esternamente le linee originarie, dalla seconda metà dell’Ottocento al primo ventennio del Novecento un lungo lavoro di restauro lo riporta al progetto dei Campionesi.

I danni subiti dal Duomo a causa dei bombardamenti della Seconda guerra mondiale vengono riparati con sollecitudine. Ancora oggi è però visibile sul lato del Duomo all’angolo con Calle dei Campionesi il segno lascito da una bomba che il 13 maggio 1944 cade senza esplodere danneggiando una parte del muro e la Porta dei Principi.

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