1921

Una scuola per i “figlioli del popolo”

Nasce la “Regia Scuola popolare operaia per arti e mestieri Fermo Corni"

«Un cittadino di largo censo, il Rag. Comm. Fermo Corni, ha voluto offrire un suo tributo al lavoro, fonte prima di ogni onesta ricchezza, dotando il popolo modenese di una scuola che fosse educatrice spirituale e tecnica ad un tempo dei figli del popolo, i quali saranno le maestranze di domani»: con queste parole, il direttore Ugo Pizzoli incensa l’imprenditore modenese durante l’inaugurazione, nel 1921, della “Regia Scuola popolare operaia per arti e mestieri Fermo Corni". La scuola, un’istituzione statale per la formazione di operai specializzati, era stata fermamente voluta per compensare la richiesta di maestranze specializzate con buone conoscenze anche nel settore della meccanica, da occupare nelle industrie modenesi in progressivo sviluppo. Già nel 1917 Corni, che per la sua azienda aveva importato tecnici specializzati da Austria e Germania, aveva costituito una Fondazione con un proprio fondo di 1800000 lire impiegato nell’acquisto della “proprietà già Molza”, comprendente 24000 mq di terreno circostante e due fabbricati, poi sede della scuola da cui sarebbero uscite “le maestranze provette: i tecnici”.

Nel primo anno scolastico 1921/1922 funzionano quattro classi maschili e una classe femminile. Si insegnano sia cultura generale sia cultura professionale per l’educazione non di “mastri” di bottega, ma di tecnici preparati. Il diploma che la scuola rilascia, dopo quattro anni di frequenza e l’esame di licenza, sarebbe titolo di preferenza per il reclutamento della manodopera da impiegare in lavori delle amministrazioni pubbliche.

Già negli anni Trenta attua corsi per le maestranze. Nel 1933 diventa “Reale scuola tecnica industriale” e cinque anni dopo sarà frequentata da 1200 allievi, sfruttando ogni spazio dalle 8 del mattino alle 10 di sera. Durante tutto il decennio i corsi prevedono le specializzazioni di: elettricisti, radioelettricisti, meccanici, modellisti ed ebanisti, in esatta corrispondenza con le esigenze delle industrie e dell’artigianato locali. Tutti i diplomati trovano immediata occupazione e produzioni di manufatti sono direttamente commissionate dalle aziende maggiori (la Fiat o le Ferrovie dello Stato).

Nel 1942 assume definitivamente l’assetto di Istituto tecnico industriale e nel 1946 viene introdotto nel Consiglio d’amministrazione della scuola anche Enzo Ferrari.