Officine e fonderie Corni

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Già nel 1907 l’imprenditore Fermo Corni aveva impiantato nella zona della fascia a nord della stazione di Modena una fabbrica di serrature e lucchetti, che nel 1921 prende il nome di Fabbrica italiana serrature Corni & C. Con l’obiettivo di potenziarne l’attività, nel 1926 apre una fonderia sotto la direzione di tecnici venuti dalla Germania per la mancanza di manodopera locale qualificata. A loro sono affiancate maestranze locali che apprendono le tecnologie e consentono alla fonderia, nel 1928, di iniziare fusioni anche per conto terzi, oltre che per esigenze della fabbrica di serrature.

La relazione del Consiglio provinciale dell’economia di Modena del 1928 riporta: “Ha annessa una fonderia di ghisa malleabile, che produce non solo chiavi ma molti pezzi per automobili, elettromotori, macchine agricole, materiale per isolatori. […] La Corni serrature è in grado di gareggiare con l’industria similare estera”. 

Nel periodo della Seconda guerra mondiale ha due forni fusori: uno da 200 e l’altro da 150 quintali, che lavorano a giorni alterni. Vengono prodotti in maggioranza pezzi leggeri, ma anche respingenti e boccole per le Ferrovie dello Stato. Inoltre, la fonderia lavora per il Silurificio italiano di Napoli, per la casa automobilistica Isotta Fraschini di Milano, per le Officine meccaniche O.M. di Brescia e ha la licenza delle case madri americane per produrre pezzi di ricambio per macchine agricole.

Viene colata solo la ghisa “malleabile a cuore nero” con licenza americana: in quanto inossidabile, questo prodotto ha un notevole sviluppo nell’immediato dopoguerra per la produzione di termosifoni.

Nel 1948-1949 la Corni allaccia rapporti con la Fiat auto per la produzione di cilindri Piaggio per lo scooter Vespa. Questa importante commessa le apre grandi prospettive: riceve richieste di cilindri da numerose ditte costruttrici di moto, motorini, scooter e dalle ditte Lamborghini trattori, Ruggerini, Lombardini, Bianchi. 

Nel 1991 la Corni cessa la sua attività. Il gruppo “Corni fonderia e serrature” nei momenti migliori aveva dato lavoro a quasi 1.500 persone, con una presenza femminile del 45%. Ancora negli anni Settanta e Ottanta è la maggiore fonderia di Modena, l’unica che, superando i 500 addetti, si colloca nella fascia delle “grandi” a livello nazionale.

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