1960

La “questione del metano”

Modena diventa il primo comune metanizzato d’Italia

Alla fine degli anni Cinquanta solo una parte di Modena è servita da una rete di distribuzione del gas, ma oltre 15.000 famiglie in città e tutta la provincia sono costrette a servirsi di bombole di varia taglia.

Grazie al lavoro svolto da Rubes Triva, che negli anni Cinquanta ha ricoperto il ruolo di vice presidente della Provincia, si è potuto comprendere l’importanza per Modena di essere in prossimità di una delle principali infrastrutture energetiche nazionali, il metanodotto Cortemaggiore-Bologna, e così in pochi anni la distribuzione del gas metano sul territorio modenese cambia completamente.

Modena diventa punto di riferimento di un movimento di municipi e comunità che vogliono poter essere protagonisti del proprio sviluppo, e chiedono ad Agip, e alla sua società di distribuzione Snam, di avere la gestione diretta della disponibilità di gas metano attraverso le proprie aziende.

Per realizzare questo obiettivo Modena si rende disponibile a costruire a proprie spese una rete locale e a sostituire gratuitamente gli apparecchi presenti nelle case e nelle piccole imprese, per poi dare vita a un consorzio tra i Comuni della provincia per garantire la distribuzione su tutto il territorio.

L’obiettivo è raggiunto nel 1962 quando Rubes Triva, eletto sindaco della città, sigla un accordo con Agip in virtù del quale l’ente di Stato si impegna a fornire all’azienda modenese le forniture di gas metano di cui ha bisogno per soddisfare la richiesta dei suoi abitanti, rendendo Modena il primo Comune a “metanizzazione integrale”.

Negli anni successivi il Comune mette in campo nuovi investimenti per potenziare la fornitura e ridurre le perdite, modernizzando la rete con tubi tecnologicamente più moderni e nuovi serbatoi di stoccaggio, decisioni che rendono la metanizzazione la più importante iniziativa per il miglioramento sia della qualità dell’aria sia per una maggiore efficienza energetica della città.