1912

Dare energia alla città

Nascono le Aziende elettriche municipalizzate

Il 20 febbraio 1911 il Consiglio comunale di Modena approva il regolamento speciale per la gestione diretta dei servizi di illuminazione pubblica e di realizzazione di una rete tramviaria elettrica. Nei mesi successivi la Commissione amministratrice, presieduta dall’ingegnere Zeno Rognoni, si mette al lavoro e iniziano così a prendere forma le AEM, Aziende elettriche municipalizzate.

Si tratta di una delle prime aziende di questo tipo in Italia, frutto di un grande sforzo economico e gestionale per il Comune, che si impegna a riscattare tutti gli impianti privati esistenti e a realizzare una nuova centrale termoelettrica, oltre che a estendere la rete tramviaria. La decisione di intraprendere questo cambiamento era già stata ipotizzata all’inizio del secolo dal sindaco Luigi Albinelli, per poi tornare d’attualità nel 1909 ed essere presentata ai cittadini attraverso un referendum, nel quale la proposta comunale è approvata convintamente.

Fino a quel momento erano state aziende private a illuminare alcune zone della città e a permettere ai tram di attraversare le strade modenesi, grazie ai primi impianti elettrici. Si tratta, quindi, di una svolta epocale per Modena, che all’inizio del XX secolo era una delle zone più povere e arretrate del nord Italia, in cui il Comune sceglie di diventare “imprenditore” e impegnarsi direttamente nella gestione dei servizi pubblici locali, a partire dall’elettricità e dai trasporti.

È così che il 1° gennaio 1912 la società municipalizzata AEM assume ufficialmente la gestione della produzione e distribuzione dell’energia elettrica e dell’organizzazione del trasporto pubblico urbano, che prende il via con la circolazione dei tram elettrici il 22 aprile del 1912.

La cerimonia inaugurale attira l’attenzione di tutte le autorità cittadine e dei tanti modenesi curiosi di vedere in prima persona il “tram senza cavalli”, acceso per la prima volta con un giro di manovella dalla moglie del sindaco Pagani, dopo che anche il Prefetto aveva manifestato il suo plauso al grido di “Viva Modena! Viva la Civiltà”.