Ilva Vaccari

Modena, 1912 – 2008

Partigiana, politica, archivista e storica

Ilva Vaccari nasce nel 1912 da una famiglia di tradizioni social-riformiste. Ottiene il diploma di scuola media e lavora presso il Liceo San Carlo di Modena. 

Nell’estate del 1944 entra nella Resistenza come staffetta per il Cumer (Comando unificato militare dell’Emilia Romagna) e opera nella zona di Carpi, Mirandola e Finale Emilia. È arrestata dall'Ufficio politico investigativo (UPI) insieme alla sorella Maria per il rinvenimento delle loro tessere socialiste e viene portata nella cosiddetta “quota pipistrello”, ossia le stanze che i fascisti avevano adibito a carcere nell'ultimo piano dell'Accademia militare, dove i partigiani spesso subivano torture. Il fratello Benito riesce però a liberarle con uno stratagemma. 

È iscritta al Partito socialista italiano di unità proletaria (Psiup) fin dal 1944 e dopo la Liberazione si dedica ad un'intensa attività di propaganda politica. Nelle elezioni amministrative del 1946 è eletta consigliera comunale nelle liste del Partito socialista e si candida all’Assemblea costituente nella circoscrizione dell’Emilia occidentale per il Partito socialista

Al I Congresso provinciale dell’Udi (Unione donne italiane) di Modena del 10 ottobre 1945, con 87 voti, è la più votata tra le componenti il Comitato provinciale. Per l’associazione segue in quel periodo le attività di comunicazione e di informazione per i bollettini e il quindicinale “Vita Nuova”.   Nel 1947 aderisce al Partito socialista democratico fondato da Giuseppe Saragat e, nello stesso periodo, fonda a Modena l'asilo infantile “Giacomo Matteotti”, ancora presente in città. Negli anni Cinquanta si dedica alla ricerca storica, con particolare attenzione alla storiografia del periodo resistenziale. Verso la fine degli anni Cinquanta inizia a collaborare con l'Istituto storico della Resistenza di Modena, entrando nel Consiglio direttivo e assumendo la responsabilità dell'archivio storico, ruolo che mantiene fino alla metà degli anni Novanta. L' attività di ricerca la porta a realizzare studi originali e anticipatori su aspetti della Resistenza civile. Nel 1978 è componente della Commissione regionale “Donne e Resistenza” per il 30° anniversario della Resistenza ed in occasione della ricerca storica promossa in quella occasione è autrice del volume La donna nel ventennio fascista 1919-1943

Fa parte anche della Deputazione di Storia patria e della società di Scienze e lettere “Lo Scoltenna”. È nominata Commendatore della Repubblica per meriti letterari. Muore a Modena il 24 novembre 2008.

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