Emilio Po
Modena, 1916 – 1944
Partigiano
Emilio Po nasce a Modena il 9 luglio 1916 da Giuseppe e Giuseppina Gozzi. Dopo aver assolto l’obbligo di leva nel 9° Reggimento artiglieria “Brennero”, viene congedato nel 1938 come specialista di radiotrasmissioni. Torna a Modena, dove esercita la professione di falegname ebanista. Giudicato idoneo ai soli servizi sedentari, nel gennaio del 1943 è richiamato alle armi e frequenta il 41° Corso Artiglieri a Piacenza e poi mandato a Roma come artificiere addetto al disinnesco delle bombe di aereo inesplose. Dopo l’8 settembre rientra a Modena, si avvicina ai nuclei del Pci e contribuisce a formare il Gap n.1 fin dal 15 ottobre 1943. Entra poi nella 65^ brigata Walter Tabacchi con il nome di battaglia di “Otello” ottenendo l’incarico di ispettore di formazione. Sfrutta a lungo le competenze sugli esplosivi e il laboratorio clandestino di via San Vincenzo per preparare gli ordigni della Resistenza. Agisce soprattutto nella località Mulini Nuovi, ma partecipa a numerose azioni di sabotaggio. Il 7 o l’8 novembre 1944 i fascisti lo arrestano per una delazione mentre sta entrando con alcuni pezzi di un ordigno nel laboratorio di via San Vincenzo, vicino all’Accademia Militare, e lo torturano con estrema brutalità nelle stanze della cosiddetta “quota pipistrello”. Nonostante i suoi aguzzini arrivino a cospargerlo di benzina e a ustionarlo gravemente, Emilio Po non rivela il nome di nessuno dei suoi compagni. Il 10 novembre è fucilato insieme a Giacomo Ulivi e Alfonso Piazza lungo il muro del palazzo vescovile di Modena, in Piazza Grande, davanti agli occhi di parecchi cittadini, tra cui il padre e la sorella Elda. Lo ricorda una lapide nel luogo dell’uccisione e un cippo ai Mulini nuovi. A lui è anche intitolata una importante strada modenese e, dal 1988, una scuola primaria della città. Gli è stata conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria nel 1949.