1963

Quando un pezzo di stoffa diventa simbolo di liberazione e ribellione

A Londra è inventata la minigonna

Secondo Wikipedia è «una gonna molto corta che termina almeno dieci centimetri sopra il ginocchio». Inventata da Mary Quant negli anni Sessanta, anche se altri stilisti ne rivendicano l’ideazione, la minigonna – detta anche semplicemente la ‘mini’ – diventa un indumento simbolo e un mito: mostra le gambe delle donne, entusiasma gli uomini e ispira stiliste e stilisti di tutto il mondo. E da allora divide gli animi.

Quando la Quant, dalla culla di Bazaar nella londinese King’s Road, crea la minigonna, un abito di moda diventa raggiungibile per tutti i ceti, la moda perde il suo carattere elitario. «Il look di oggi viene dal basso. Le ragazze della classe operaia hanno i soldi in tasca e possono essere chic come le debuttanti al ballo di Vienna» dichiara il fotografo britannico Cecil Beaton. Da questo momento sono i giovani, diventati l’immagine di riferimento della società, a dettare la moda. Ma non è la gonna corta a essere nuova; nuove sono coloro che la indossano: «se non avessi accorciato io le gonne, le ragazze di Chelsea avrebbero preso in mano le forbici e l’avrebbero fatto da sé» sostiene Mary Quant.

Le giovani donne prendono in mano la loro vita e i movimenti di protesta giovanili si riflettono anche sulla moda. Con un ‘abitino’ si attaccano profondi valori culturali. La minigonna diventa un simbolo della lotta contro l’ipocrisia borghese: ogni centimetro di gonna che si accorcia smuove emozioni dietro cui si nascondono pregiudizi verso la sessualità femminile. La liberazione sessuale sta anche nella riscoperta e nella valorizzazione del corpo femminile, non più occultato ma esposto, all’insegna della praticità e di una nuova sessualità. La minigonna e altri indumenti ridotti mostrano sempre di più il corpo delle donne contro uno dei tabù più tenaci: la nudità.

Nel 1963 “Vogue” pubblica per la prima volta i miniabiti di Mary Quant e il “Sunday Times” lo definisce «l’anno delle gambe». Grazie alla rivoluzione della minigonna, nel 1966 la stilista, per il successo ottenuto nelle esportazioni, riceve dalla regina il titolo di Ufficiale dell’Ordine dell’Impero britannico.

Dopo oltre mezzo secolo di vita, nonostante i divieti e le condanne che da ogni parte del mondo continuano ad accompagnare questo piccolo indumento, la minigonna sopravvive, essendo molto di più che un capitolo di storia del costume; e lo sarà fintanto che in qualche parte del mondo le donne dovranno ancora lottare per la libertà delle loro gambe.