1974

“Il mondo ci guarda, gli italiani votano no”

Con il referendum popolare è confermato il divorzio in Italia

La proposta di legge per l’introduzione del divorzio nell’ordinamento giuridico italiano viene presentata nel 1970. Dopo un lungo e impegnativo dibattito parlamentare che vede contrapposti il fronte laico e quello cattolico, il 1° dicembre 1970 si giunge all’approvazione della legge n. 898 che disciplina i casi di scioglimento del matrimonio, istituendo il divorzio.

Subito dopo l’approvazione della legge, un gruppo di cattolici guidati da Gabrio Lombardi promuove una raccolta di firme per un referendum abrogativo della legge, che in pochi mesi, nel giugno 1971, riesce a raccogliere 1.370.000 adesioni.

Il referendum viene celebrato il 12 e 13 maggio 1974 e il 59,3% dei cittadini si pronuncia a favore del mantenimento della legge, mentre il 40,7% ne chiede l’abrogazione. In provincia di Modena la percentuale dei ‘sì’ all’abrogazione è del 28,05% contro il 71,95% dei ‘no’.

Un voto che evidenzia l’attesa di riforme non più rinviabili sulla convivenza familiare, sul rapporto tra uomini e donne, sul rapporto tra genitori e figli. Il tema del divorzio, infatti, è cartina di tornasole di una tematica più ampia e rilevante quale quella della famiglia nella società italiana. Su questi temi si apre un dibattito tra le forze politiche che porterà alla stesura della riforma del diritto di famiglia nel 1975. Il tema centrale è abolire norme che appartengono al passato e sanciscono una cultura patriarcale ormai fuori tempo, contro la necessità di affermare una nuova e moderna concezione di famiglia, basata sulla centralità dei sentimenti.

Successivamente la Baslini-Fortuna, dai nomi dei due promotori, verrà modificata dalle leggi n. 436/1978; n.74/1987 (che abbrevia i tempi necessari per chiedere il divorzio); n. 80/2005 (che semplifica e valorizza le procedure giurisdizionali).