1941

Per un’Europa libera e unita

 Il Manifesto di Ventotene

Per un’Europa libera e unita. Progetto d’un manifesto conosciuto come il "Manifesto di Ventotene" è un documento del 1941 per la promozione dell’unità europea. La redazione è attribuita ad Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi ma contribuiscono alla discussione e diffusione anche Eugenio Colorni e Ursula Hirschmann.  Il manifesto viene scritto clandestinamente durante il confino sull’isola di Ventotene, probabilmente su cartine di sigaretta e fatto circolare negli ambienti antifascisti e della Resistenza italiana.  Ursula Hirschmann ricopre un ruolo fondamentale per la diffusione del testo. Ha, infatti, la possibilità di uscire dall’isola e tornare sulla terraferma, e occuparsi così del trasporto clandestino del Manifesto. Il Manifesto è una vera e propria piattaforma pionieristica del federalismo europeo. Si afferma che i problemi sociali, politici ed economici non possono essere risolti se non nel quadro di uno Stato federale europeo: il federalismo europeo per la prima volta nella storia è pensato come un vero progetto politico. Spinelli e Rossi individuano, come unica via d’uscita dal conflitto e dalla crisi in cui è piombata l’Europa negli anni della Seconda Guerra mondiale, la creazione di un potere democratico europeo e la condivisione economica tra i singoli stati. Gli autori vedono nel Movimento Federalista Europeo, che nasce nell’agosto del 1943, la forza in grado di rispondere in modo efficace alle sfide dell’internazionalizzazione e mobilitazione dei cittadini. L’Europa libera e unita avrebbe rappresentato una premessa per lo sviluppo della civiltà moderna, sviluppo fermato dall’avvento dei totalitarismi. La prima stesura del Manifesto è scritta nel giugno del 1941, circola in segreto ed è seguita da una versione dell’agosto dello stesso anno con alcune modifiche. Queste due versioni sono perdute. Una versione stampata viene pubblicata nell’agosto del 1943. Eugenio Colorni, nel gennaio del 1944, pubblica a Roma una nuova edizione del Manifesto in un libro intitolato Problemi della Federazione Europea. Quest'ultima versione è la più conosciuta e la più tradotta.