1958

Lina Merlin e la battaglia per l’abolizione delle “case chiuse”

La legge n. 75 approvata il 20 febbraio 1958 sull’abolizione della regolamentazione della prostituzione e la lotta contro lo sfruttamento della prostituzione altrui, nota come legge Merlin, prende il nome dalla senatrice Angelina (Tina) Merlin, che ha il coraggio di presentare una proposta di legge volta ad abolire le cosiddette “case chiuse”, privando gli uomini italiani di quel luogo di potere e di piacere che era sopravvissuto per scelta del regime fascista. Il disegno di legge della deputata socialista, che ha contro il suo stesso partito e quello comunista, i benpensanti, la borghesia, la stampa e i tenutari delle “case”, viene presentato il 6 agosto 1948, al principio della prima legislatura della Repubblica italiana. L’iter della legge è lungo e travagliato, interrotto due volte dalla fine anticipata della legislatura. Il dibattito parlamentare rivela la generale condiscendenza da parte della classe politica verso il modello del doppio standard sessuale.

Da subito e per molto tempo bersaglio di critiche e proposte di modifica, perché di fatto non riesce a eliminare la prostituzione, la legge sarà costantemente difesa da Lina Merlin, partendo dalla considerazione che eliminarla «sarebbe un compito impossibile perché esiste in tutti i paesi: ho inteso solo renderla libera, eliminare la complicità dello Stato in quello che è un mercimonio intollerabile, che autorizza la schiavitù e bolla queste donne per sempre».

Fiera di avere liberato 3.000 donne «messe in gabbia per le esigenze della natura degli uomini» e schiave di un’ingiustizia legalizzata, Lina Merlin continuerà a difendere la sua legge, così come continuerà ad aiutare le prostitute raccolte dalle retate della polizia.

Con la legge Merlin, l’Italia si adegua alla Convenzione internazionale Onu che stabilisce la punibilità di chiunque possieda o diriga una casa di prostituzione e impone agli Stati aderenti di abrogare ogni regolamento o uso che schedi in registri speciali le donne che si avviano alla prostituzione.

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