1936

«È abolita la distinzione fra i regi istituti di istruzione superiore»

L’Ateneo di Modena viene ricollocato in classe A

Nel 1923 (l’anno della riforma Gentile), proprio quando un giovane Alessandro Pertini discute la sua tesi di laurea nelle aule di Giurisprudenza della città, l’Ateneo di Modena viene declassato a Università minore – ossia di categoria B, sfiorando anche il pericolo di essere chiuso. Il provvedimento è il frutto di un lungo dibattito politico volto alla soppressione di alcune sedi universitarie e alla riorganizzazione delle strutture periferiche dello Stato e sancisce la distinzione delle accademie italiane in due categorie: la A che comprende atenei più grandi e prestigiosi, totalmente sovvenzionati dallo Stato, e la B che raggruppa gli atenei di dimensioni inferiori, la cui attività deve essere sostenuta in gran parte dagli enti locali. La chiusura poi sventata era stata motivata dal ristretto numero di studenti (800). La vicenda si conclude con il declassamento dell’Ateneo, la conseguente riduzione dei finanziamenti statali e la soppressione della Scuola superiore di Medicina veterinaria e del biennio propedeutico di ingegneria. 

Grazie alla costituzione di un consorzio di enti locali, privati e banche è possibile mantenere in vita l’istituzione, nonostante il numero degli iscritti resti basso, solo in parte compensato da un accresciuto afflusso di studenti stranieri (nel 1935 sono 254 su 825 iscritti).

L’ateneo viene ricollocato in categoria A con la legge del 2 gennaio 1936, dopo un decennio di aspre rivendicazioni, che avevano portato, nel 1929, la costituzione della Commissione permanente per la storia della Regia Università di Modena, su iniziativa del rettore Pio Colombini. Forse aveva contribuito a questo avanzamento anche la presenza, tra i suoi docenti, del ministro della Giustizia Arrigo Solmi (1935-1939). Viene così riattivato il biennio di ingegneria, il cui completamento – con conseguente istituzione di una facoltà vera e propria – si avrà solo nel 1990.

A fronte di questa promozione, però, il numero degli iscritti non cresce, per l’esodo degli studenti stranieri in seguito alle vicende internazionali di quegli anni. Il numero dei laureati si attesta quindi intorno al centinaio, di cui una quindicina di donne.