Arrigo Solmi

Finale Emilia (MO), 1873 – Roma, 1944

Giurista

Primo di dieci figli, Arrigo Solmi nasce a Finale Emilia il 27 gennaio 1873 da Angelo, segretario comunale, e Amalia Stucci. Nel 1895 si laurea con lode in Giurisprudenza a Modena e, dopo un breve periodo di docenza nella sua città, insegna Storia del diritto italiano nelle Università di Camerino, Cagliari, Siena, Parma e Pavia, e poi Scienze politiche all’Università di Milano, infine Diritto all’Università di Roma. Nel biennio accademico 1923/1925 è anche rettore dell’università di Pavia.

Con le sue pubblicazioni, sia monografiche sia manualistiche, dimostra di essere un conoscitore profondo e un sottile interprete del diritto medievale, in grado di coniugare il suo sapere con l’attenzione verso il presente. Una delle sue opere maggiori è Storia del diritto italiano, rieditata per ben tre volte, a cui succedono studi sulla storia del Risorgimento, verso i problemi di politica estera, sul diritto sardo, sul rapporto tra Stato e Chiesa e sulla storia dell’associazionismo italiano.

Acceso interventista e in prima fila nelle giornate del maggio 1915, pone sempre al centro della sua storiografia la visione di un diritto italiano fieramente nazionale, da cui scaturisce l’interesse per la storia risorgimentale.

Approva l’impresa di Fiume e fin da subito vede nel Partito fascista l’unica forza in grado di rappresentare la civiltà italiana e di soddisfare le esigenze della nazione. La sua fama, la sua cultura e la stima che lo stesso Mussolini nutre per lui contribuiscono alla sua elezione come deputato dal 1924 per il Partito nazionale fascista. L’anno successivo è tra i firmatari del Manifesto degli intellettuali fascisti. Concorre anche all’elaborazione dei Patti lateranensi del 1929 e della successiva riforma del codice civile e di procedura civile.

Dal 1932 al 1935 è anche sottosegretario al Ministero dell’Educazione e, dal 1935 al 1939 è ministro della Giustizia. In questa veste, approva le leggi razziali del 1938, corroborandone le teorie su cui si basano. Sempre nel 1935 è socio dell’Istituto lombardo di scienze e lettere (poi ne diventerà anche vicepresidente e presidente) e socio nazionale dell’Accademia del Lincei.

Nel 1939 è consigliere nazionale della Camera dei fasci e delle corporazioni, fino alla sua nomina a senatore del Regno alla fine dell’anno. 

Muore a Roma il 5 marzo 1944.

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Avvenimento
«È abolita la distinzione fra i regi istituti di istruzione superiore»