Educatorio San Paolo

Via Francesco Selmi, 81

Nel 1815, con l’intento di provvedere una dote alle ragazze povere e abbandonate, il duca Francesco IV d’Este fonda il regio Educandato delle povere zitelle sotto la protezione della duchessa Maria Beatrice Vittoria di Savoia (per questo vengono chiamate “Putte della duchessa”) nell’edificio del Convento delle monache di “Nostra dama della Misericordia”, all’interno del complesso di San Paolo. Risalente al XII secolo, la chiesa di San Paolo era stata soppressa come parrocchia nel 1774, poi utilizzata come caserma. 

Poco tempo dopo, Francesco IV istituisce i bagni pubblici per la cittadinanza (accessibili a pagamento dalla popolazione) usufruendo di alcuni locali al pianterreno, nella parte sull’attuale via Selmi, mentre nel 1827 viene chiuso il guazzatoio per cavalli della Camatta, mentre lo spazio tra il fabbricato del San Paolo e le vicine abitazioni a nord dell’isolato viene cinto da muri. Alle due estremità vengono collocati due cancelli in ferro. 

La destinazione dei locali dell’intero corpo di fabbrica del San Paolo è estremamente frammentata: oltre all’Educandato e ai bagni, una parte contiene una nuova caserma, un’altra è occupata dall’Intendenza delle Opere pie.

Nel 1859 l’Educandato si trasforma in Istituto provinciale di San Paolo e nel 1871 viene eretto come Ente morale. Concepito dall’amministrazione provinciale come strumento per formare “buone donne di servizio e mogli di operai”, l’educatorio prevede corsi di arti domestiche, la cui qualità e produzione sono persino ammirati all’esposizione universale di Parigi nel 1900.

Durante la Prima guerra mondiale, le monache e le educande vengono trasferite a Braida (Sassuolo), nella villa del Collegio San Carlo, perché l’Educatorio – come l’intero complesso – viene provvisoriamente utilizzato come caserma, poi sede dell’Ospedale militare di riserva e Ospedale congregazionale. Per facilitare il trasporto di soldati ammalati o feriti arrivati in città con appositi treni-ospedale, si realizza una deviazione della linea tranviaria proveniente dalla Stazione centrale. A novembre sono qui ricoverati 11 ufficiali e 400 uomini di truppa, ma la rapida crescita dei bisogni induce le autorità a elevare i posti a 800, aggiungendo i locali delle scuole tecniche femminili e le aule di fabbricato di via Saragozza adibite a scuole normali e complementari.

Nel 1919 il fabbricato viene restituito alle monache per essere poi di nuovo utilizzato come caserma e ospedale militare durante la Seconda guerra mondiale, quando viene danneggiato da un bombardamento.

Le attività dell’Educatorio riprendono nel 1948, dopo i lavori di restauro resi necessari dagli eventi bellici.

Progressivamente trasformato nelle sue funzioni istituzionali, pur sempre attivo nell’ambito dell’educazione e del sostegno sociale, l’Educatorio provinciale lascia spazio ad altre istituzioni che si sono insediate nei locali del complesso conventuale. Qui, infatti, tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta trovano sede scuole di diverso ordine e grado, mentre oggi vi risiedono gli uffici e i servizi della Circoscrizione Centro Storico, circoli ricreativi, uffici e servizi dedicati all’assistenza familiare e ai servizi sociali più in generale. 

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