1993

Verso l’unione economica, monetaria e politica

L’Europa e il Trattato di Maastricht

«Un’Europa libera e unita è premessa necessaria del potenziamento della civiltà moderna, di cui l’era totalitaria rappresenta un arresto». Quest’affermazione si trova nel Manifesto di Ventotene, scritto nel 1941 da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni, durante il loro confino a Ventotene. La fine della guerra coincide con i primi passi verso il processo di integrazione europea: l’istituzione della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (Ceca), la formazione della Comunità economica europea (Cee) e della Comunità europea per l’energia atomica (Euratom), la nascita del Parlamento europeo, l’ingresso di nuovi paesi in Europa. In questo cammino, il 7 febbraio 1992 costituisce una data cruciale. Quel giorno viene infatti firmato il Trattato di Maastricht, che entra effettivamente in vigore il 1o novembre 1993 e segna le origini della Comunità europea. Si tratta di una svolta, pur non priva di tentennamenti: oltre all’unione economica, si sceglie di perseguire la strada dell’unione monetaria e di quella politica, nonché di consolidare la cooperazione in tema di polizia e in ambito giudiziario. Si sancisce inoltre il principio di sussidiarietà, in base al quale vengono ripartiti i compiti e suddivise le aree di competenza tra la Comunità e gli Stati che la compongono. Sarà proprio il Trattato di Maastricht a portare nel 2002 alla circolazione di una moneta unica, l’euro, al posto di quelle nazionali.

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