1992

Solidarietà al popolo Saharawi

Un’associazione a sostegno del Sahara Occidentale

L'associazione Kabara Lagdaf nasce a Modena nel 1992 per sostenere il diritto all'autodeterminazione e alla libertà del popolo Saharawi. Si tratta di una popolazione africana del Sahara Occidentale che per quasi un secolo ha subito la dominazione spagnola, cercando a più riprese di costituire movimenti di Liberazione per ottenere l’indipendenza.

Nel 1966 l’Assemblea generale dell’ONU vota la risoluzione n. 2229 con cui chiede alla Spagna di riconoscere il diritto all’autodeterminazione del Saharawi, ma il paese ottiene l’indipendenza solo nel 1974, dopo anni di violenze e scontri armati. Il controllo del territorio viene preso militarmente dai due paesi limitrofi, Marocco e Mauritania, che da tempo ambiscono a espandere la propria influenza sul Sahara Occidentale.

Molti Saharawi fuggono nella vicina Algeria, che concede loro asilo politico, dove però sono costretti a vivere nei campi profughi allestiti a sud della città algerina di Tindouf, in cui danno vita nel 1976 alla Repubblica araba Saharawi democratica (Rasd).

Le condizioni di vita nei campi profughi sono estremamente difficili, il territorio è caratterizzato da durissime condizioni climatiche e ambientali: manca l’acqua, il clima è molto arido, con forti escursioni termiche, e il sostegno alimentare, logistico e sanitario è sostenuto quasi completamente dalle organizzazioni umanitarie internazionali. A tutt’oggi non si è arrivati alla conclusione del conflitto, con la Rasd che attende da anni di poter organizzare il referendum per sancire l’autodeterminazione del paese senza mai trovare una soluzione a cui il Marocco acconsenta.

L’associazione si occupa fin dalla sua fondazione di offrire sostegno dei Saharawi, soprattutto ai bambini, che vivono in condizioni molto dure; una missione chiara fin dall’intitolazione a Kabara Lagdaf, una bambina Saharawi arrivata a Modena, dove è prematuramente scomparsa nonostante le cure, all’inizio degli anni Novanta. L’associazione è attiva ancora oggi e ogni anno si occupa, oltre che dell'invio di aiuti umanitari, anche dell'accoglienza nei mesi estivi di bambini provenienti dai campi profughi di Tindouf.