1997

In difesa del clima

La firma del Protocollo di Kyoto

Uno degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile stilata dalle Nazioni unite riguarda la lotta al cambiamento climatico. In particolare, il programma d’azione prevede il rafforzamento della capacità di ripresa e di adattamento rispetto ai rischi legati al clima, l’integrazione delle misure contro il cambiamento climatico nelle politiche e nelle strategie nazionali, la sensibilizzazione della cittadinanza su tali rischi e l’impegno a rendere effettivi gli impegni assunti con la Convenzione quadro delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici, approvata il 9 maggio 1992 a New York. Di tale Convenzione, proprio il Protocollo di Kyoto costituisce il principale strumento attuativo. Firmato nel dicembre 1997 ed entrato in vigore nel febbraio 2005, il Protocollo prevedeva originariamente la riduzione delle emissioni dei principali gas a effetto serra (non soltanto l’anidride carbonica, ma anche il metano e gli idrofluorocarburi) per il periodo tra il 2008 e il 2012. Tale periodo è stato esteso fino al 2020 attraverso il cosiddetto “emendamento di Doha”. Si tratta del primo trattato internazionale a impegno vincolante sul tema del riscaldamento globale. Seppur ratificato da oltre 190 paesi nel mondo (ma non dagli Stati Uniti, ad esempio), il Protocollo di Kyoto non è riuscito a raggiungere gli scopi che si era prefissato ed è stato sostituito, nel 2015, dall’accordo di Parigi, che mira a limitare l’aumento della temperatura media del pianeta.

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