1924

“Nessuno si è trovato libero”

Il discorso di Giacomo Matteotti

Il 30 maggio del 1924 Giacomo Matteotti, segretario del Partito Socialista Unitario, prende la parola alla Camera dei deputati. Per contestare il risultato delle elezioni del 6 aprile che avevano visto la vittoria del Partito Nazionale Fascista. La contesa elettorale si era svolta in un clima di grave intimidazione e violenza da parte dei fascisti: il voto non era stato esercitato in condizioni di libertà, ma con la presenza di esponenti fascisti nei seggi e nelle cabine elettorali. Matteotti chiede che le elezioni siano invalidate. Terminata la sua orazione, secondo quanto riportato da Emilio Lussu, si rivolge ai suoi compagni di partito con parole inequivocabili: «Io il mio discorso l’ho fatto. Ora voi preparate il discorso funebre per me». Il 10 giugno 1924 Matteotti viene rapito e ucciso da una squadra fascista. Il corpo viene ritrovato due mesi dopo. La violenza non aveva risparmiato nessuna parte politica che si opponeva al regime. Poco meno di un anno prima, nell’agosto del 1923, a farne le spese era stato Don Giovanni Minzoni, vicino a posizioni cristiano-sociali del Partito popolare. Don Minzoni, antifascista, era stato aggredito da due squadristi: sarebbe morto poche ore più tardi.

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