Alessandro Coppi

Modena, 1894 – 1956

Partigiano, deputato

Alessandro Coppi nasce il 9 luglio 1894 da Giuseppe e Maria Pia Parenti, primogenito di dodici fratelli, da una famiglia di Fiumalbo di salde tradizioni cattoliche.

Frequenta la facoltà di Giurisprudenza a Modena e partecipa alla Federazione universitaria cattolica italiana. Nell’area appenninica si fa promotore di diverse realtà associative a carattere religioso, culturale e sociale e pubblica il giornale cattolico «Il Frignano».

Dopo aver partecipato alla Prima guerra mondiale come ufficiale di fanteria, riprende la sua attività politica e giornalistica e si laurea nel 1922. Nel 1919 aderisce al Partito popolare di don Luigi Sturzo e l’anno successivo viene eletto segretario provinciale a Modena, con Francesco Luigi Ferrari vicepresidente della sezione. Grazie a lui, il Ppi provinciale conosce una diffusione rapida e capillare soprattutto nei comuni montani. Con l’ascesa del fascismo, però, sebbene venga allontanato dal partito, intensifica il suo impegno politico: nel 1924 fonda con Ferrari il settimanale autonomo «La Voce Popolare», dalle cui colonne prende posizione contro i soprusi fascisti fino alla soppressione del foglio nel 1925.

Subito dopo la caduta del fascismo, entra nel comitato interpartitico “Italia libera” in rappresentanza del mondo cattolico e poi è alla guida del Cln modenese, con il nome di battaglia “Tommaso”. In questo ruolo, dopo la liberazione, cerca sia di garantire la sintesi delle posizioni tra le forze politiche e i valori della Resistenza, sia di ricostruire il tessuto morale e materiale del territorio.

Nell’autunno del 1945 è presidente del Comitato provinciale della Dc. Entrato nel Consiglio comunale come capogruppo democristiano, alle elezioni del 2 giugno 1946, è eletto all’Assemblea Costituente, poi alla Camera dei deputati nel 1948, dove è segretario della Commissione Difesa. La sua attività parlamentare si interrompe nel 1953. Gravemente malato, muore all’ospedale di Modena il 30 agosto 1956. Ai funerali la sua bara viene avvolta dalla bandiera del Partito popolare della sezione di San Venanzio, che aveva gelosamente custodito durante la dittatura fascista.
A lui è dedicata una via della città di Modena.

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