1933

Il rogo dei libri

30 gennaio 1933. Adolf Hitler è il nuovo cancelliere tedesco e il Terzo Reich tesse rapidamente la sua rete capillare di istituzioni e norme per trasformare lo Stato in un regime totalitario. Tutto deve essere conforme all’ideologia dominante, quella nazionalsocialista, a partire dalla cultura: «Nei passati 14 anni le vostre biblioteche sono state sommerse dalla lordura e dalla corruzione dei giudei, pertanto voi state facendo la cosa giusta consegnando al fuoco a mezzanotte lo spirito diabolico del passato». Così la sera del 10 maggio 1933 il ministro della propaganda Joseph Goebbels arringa gli studenti nella piazza del teatro dell’opera di Berlino. Sono radunati per vedere il rogo dei libri invisi al regime. Le opere bruciate sono più di 25.000. Ma la follia dei roghi non si ferma e la sera stessa, in altre 34 città tedesche, giovani armati di torce marciano contro lo spirito antitedesco e bruciano i libri nei falò rituali. Tra i moltissimi autori i cui libri vengono dati alle fiamme ci sono Bertolt Brecht, Karl Marx, Ernest Hemingway e Jack London. Il ricordo del Bücherverbrennungen (così è in tedesco è chiamato il rogo dei libri) oggi resta vivo attraverso i tanti memoriali, come quello situato nella Bebelplazt berlinese e costituito da una lastra di cristallo al di sotto della quale si apre una biblioteca di 50 metri quadrati.