1999

La nascita dell’euro

Il 2 maggio 1998 i capi di Stato e di governo dell’Unione europea decidono che una nuova moneta, l’euro, diventa accessibile per gli undici paesi membri (Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna) che hanno soddisfatto le condizioni stabilite a Maastricht, riguardanti l’equilibrio dei conti pubblici, la stabilità dei prezzi e dei cambi, la riduzione dei tassi di interesse a lungo termine.

Fissati i tassi di conversione delle valute nazionali fra loro e con l’euro (per l’Italia 1936,27), dal 1° gennaio 1999 per tre anni diventa possibile ai residenti dei paesi membri scegliere di denominare le transazioni attraverso assegni, vaglia, versamenti in conto corrente in euro; mentre per le transazioni al dettaglio si continua a utilizzare il contante di ciascun paese.

Sempre dal 1° gennaio 1999 la responsabilità del governo della moneta unica viene affidata al Sistema europeo delle banche centrali (Sebc) e alla neocostituita Banca centrale europea (Bce), che diventa il perno decisionale del nuovo sistema. Sebc e Bce hanno il compito di assicurare la stabilità dei prezzi, evitando rischi di inflazione o deflazione.

Dal 1° gennaio 2002 negli undici Stati vengono messe in circolazione le monete metalliche e le banconote in euro sostituendo le vecchie monete nazionali.

Oltre a facilitare i commerci, l’euro garantisce una maggiore stabilità e crescita economica, mercati finanziari meglio integrati e più efficienti e una maggiore influenza sull'economia globale.

Altri paesi dell'Unione sceglieranno poi l'euro, soddisfacendo le condizioni previste per l'adesione: Cipro, Estonia, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta, Slovacchia, Slovenia.

Nell’area dell'euro vivono 340 milioni di persone, pari al 4,6% della popolazione mondiale.