1985

La malattia che ha cambiato il mondo

I primi casi di epidemia da Aids si registrano negli Stati Uniti nel 1981. Inizialmente definita come “il morbo dei gay”, solo nel 1986 riceve dall’Organizzazione mondiale della sanità la denominazione ufficiale (Aids-Acquired Immune Deficiency Syndrome). La rivoluzione sessuale e la liberalizzazione dei costumi vengono indicate come le cause del propagarsi dell’epidemia, che è correlata a gruppi a rischio, ‘Homosexuels’ e ‘Heroin addicts’.

Tra il 1984 e il 1986 è individuato l’agente eziologico virale, indicato con l’acronimo Hiv. I test permettono di mapparne la diffusione ma diventano anche un elemento di tensione tra i diritti dell’individuo e il dovere statale di proteggere la salute pubblica, e il concetto di sieropositività, è portato anche sul piano sociale. Una scossa fortissima è data nel 1985 dalla morte per Aids dell’attore Rock Hudson, il primo personaggio pubblico, conosciuto in tutto il mondo, ad ammettere di avere contratto la malattia. L’Aids è definitivamente all’attenzione dell’opinione pubblica in tutta la sua gravità e con tutte le incertezze sulla sua trasmissibilità ed estensione.

Il 1° dicembre 1988 l’Oms proclama la giornata mondiale della lotta all’Aids.

In Italia il primo caso risale al 1982. Nel 1985 il Gruppo Abele, grazie alla collaborazione con l’Arcigay di Bologna, pubblica la prima guida sul tema e istituisce un servizio telefonico informativo. Sempre nel 1985 nasce l’Associazione nazionale per la lotta contro l’Aids (Anlaids), affiancata poco dopo dalla Lega italiana per la lotta contro l’Aids (Lila).

Nel 1986, con circa 500 sieropositivi, l’Italia è il secondo paese europeo per numero di contagi dopo la Francia, in gran parte tossicodipendenti con un tempo di sopravvivenza dai nove ai ventiquattro mesi. Nel 1987 viene istituita la Commissione nazionale per la lotta contro l’Aids, composta da esperti di diversa formazione, tra cui l’immunologo Fernando Aiuti che nel 1991 bacia una sua paziente sieropositiva davanti ai fotografi per dimostrare che il contagio non avviene tramite saliva: l’immagine fa il giro del mondo. Parallelamente l’informazione sostiene e incentiva l’uso dei profilattici, unica sicurezza contro il contagio e la diffusione del virus.