1961

Si apre la strada dell’ambasciatore del belcanto all’italiana

Luciano Pavarotti esordisce al Municipale di Reggio Emilia

È il 29 aprile 1961 e al Teatro municipale di Reggio Emilia si esibisce per la prima volta davanti al grande pubblico il ventiseienne Luciano Pavarotti nei panni di Rodolfo, il protagonista de La Bohème di Giacomo Puccini, diretta da Francesco Molinari Pradelli. È ancora fresca la sua vittoria al Concorso internazionale Achille Peri, organizzato da Luigi Reverberi, talent scout di giovani cantanti lirici. Questa esibizione fa ben presto conoscere il giovane tenore, che incanta il pubblico e la critica e si afferma sul panorama nazionale, per poi condurlo sui palchi più importanti del continente e del mondo.

L’opera pucciniana – ammetterà poi Pavarotti – è la più rappresentativa del suo repertorio, tanto da vedere nel personaggio di Rodolfo una sorta di suo alter ego sul palco. Questa, insieme a L’elisir d’amore di Donizetti e a Un ballo in maschera di Giuseppe Verdi, sarà riproposta in diverse città d’Italia e all’estero.

Da quella performance nel capoluogo reggiano, Pavarotti si spinge sempre più lontano. Sempre nel 1961 si esibisce con La traviata a Belgrado e al Teatro La Fenice di Venezia; nel 1963, interpreta di nuovo Rodolfo de La Bohème al Wiener Staatsoper e canta insieme a Virginia Zeani in Lucia di Lammermoor ad Amsterdam.

L’ascesa del “maestro” è ormai inarrestabile: quando, nel 1963, sostituisce Giuseppe Di Stefano nella parte di Rodolfo alla Royal Opera House di Covent Garden a Londra e in diversi altri teatri, la sua fama internazionale è ufficialmente consolidata.

Due anni dopo, debutta al Teatro alla Scala di Milano al fianco di Mirella Freni e diretto da Herbert von Karajan, e il suo successo raggiunge anche gli Stati Uniti, dove si esibisce a fianco di Joan Sutherland in Lucia di Lammermoor.

Luciano Pavarotti diventa il cantante lirico più popolare del mondo, in grado di far conoscere e apprezzare questo complesso genere a un pubblico sempre più ampio, grazie alle sue collaborazioni professionali, ma, soprattutto, grazie a una voce limpida usata in modo tecnicamente impeccabile.