1961

Immagini per vedere il mondo

Nascita delle figurine Panini

È il 1965 quando la F.lli Panni Editore apre il nuovo stabilimento in Viale Emilio Po 380, in cui ha sede tutt’ora, e lascia il piccolo laboratorio di via Castelmaraldo. È un anno chiave, per l’automatizzazione della produzione, grazie alla Fifimatic inventata da Umberto Panini, ma anche per la comparsa sulla copertina della rovesciata stilizzata di Carlo Parola, destinata a diventare l’immagine simbolo delle figurine-calciatori, a cui sono legati i ricordi di diverse generazioni.

Il primo approccio alle figurine risale però al 1955, quando i Panini, allora semplici edicolanti, provano a diffondere con scarso successo una raccolta di piante e fiori. La scintilla scoppia nel 1961 con la vendita di alcuni lotti di figurine di calciatori avanzati alla Nennina, una casa editrice milanese. L’idea è un successo e convince la famiglia a investire nel primo album calciatori per la stagione 1961/1962.

La diffusione è enorme: le figurine non offrono soltanto informazioni e statistiche sulle squadre e gli atleti, ma permettono a migliaia di ragazzi di vedere i volti a colori delle stelle del calcio, ormai divenuto a tutti gli effetti sport nazionale. La copertina è occupata da Niels Liedholm, ex campione del Milan, mentre all’interno, oltre alle squadre della serie A, è presente uno spazio dedicato al Grande Torino con l’obiettivo di raccontarne la storia anche a chi non ne aveva vissuto i fasti. Le piccole immagini finiscono così per raccontare storie e dare forma all’immaginazione, si impongono come strumento di socializzazione e di risparmio economico, attraverso lo scambio e l’invenzione di giochi alternativi. Risultano essere gli occhi della gente sul mondo che cambia prima della diffusione su grande scala della televisione, raccontando nel corso degli anni non solo il calcio, ma anche il Risorgimento, gli animali e la conquista allo spazio. In alcuni casi finiscono addirittura per anticipare i tempi. Emblematico è il caso della raccolta dedicata a Pinocchio, lungometraggio prodotto dalla Rai, che permette agli italiani di vedere il colore dei capelli della fata turchina mentre la Tv trasmette ancora in bianco e nero.

Piccole finestre per vedere il mondo che cambia, l’indirizzo di Viale Po 380 è anche un punto di riferimento costante per diverse generazioni, che inviano le richieste per le ultime figurine mancanti.

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