1962

I segni dei tempi: la Chiesa si confronta con la modernità

È Giovanni XXIII (Angelo Giuseppe Roncalli, 1881-1963), eletto nel 1958, a comunicare la convocazione di un concilio ecumenico – al quale prendono parte, cioè, tutti i vescovi della cristianità – che prelude a un rinnovamento della Chiesa ormai improrogabile.

Aperto nel 1962 e portato avanti sotto il pontificato di Paolo VI (Giovanni Montini, 1897-1978) fino al dicembre 1965, il Concilio Vaticano II vede la partecipazione di 2.400 padri conciliari e produce documenti di grande importanza, che segnano un forte cambiamento rispetto alla tradizione ecclesiastica. Il Concilio apre a nuove forme di collegialità del corpo episcopale, a una inedita importanza dei laici, all’uso delle lingue nazionali nella liturgia al posto del latino, pur insistendo sull’autorità del papa di Roma e sul celibato ecclesiastico, al principio della libertà religiosa e all’atteggiamento della Chiesa in rapporto al mondo contemporaneo. Con un’espressione felice, Giovanni XXIII sintetizza questo intreccio tra tradizione e aggiornamento: «Non è il Vangelo che cambia, siamo noi che cominciamo a comprenderlo meglio».

Ai tradizionalisti, contrari all’aggiornamento ecclesiale del Concilio, si affiancano coloro che vorrebbero cambiare tutto subito e accusano Paolo VI di averne frenato l’applicazione.

Il Concilio Vaticano II vede per la prima volta nella storia della Chiesa cattolica la partecipazione di donne – sia come uditrici sia come esperte – che offrono un contributo significativo alle discussioni sui grandi temi del rinnovamento ecclesiale. Tale sorprendente risultato è dovuto all’impegno di tante cattoliche che, dagli inizi del Novecento, hanno lottato per affermare un nuovo paradigma antropologico, che ha messo in discussione la tradizionale concezione della donna relegata nella Chiesa a ruoli subordinati: le “femministe cattoliche italiane” hanno aperto la strada al Concilio e a una profonda riflessione sull’essere donna nella Chiesa, sul rapporto tra Bibbia e liberazione femminile, sul ruolo della vita religiosa, sui legami tra patriarcato, cultura della pace ed eco-sostenibilità.