1979

I diritti delle donne sono diritti umani

A portare all’adozione, nel 1979 da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, della “Convenzione per l’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne” (Cedaw) è stata la constatazione che, nonostante le numerose dichiarazioni, convenzioni e trattati internazionali sui diritti a partire dal 1948, le donne subivano di fatto discriminazioni specifiche in molti settori e momenti della vita e in tutte le regioni del mondo.

La convenzione – il documento più completo su questa materia – identifica specificamente le aree dove le discriminazioni di genere sono evidenti e macroscopiche e impegna gli stati a prendere «ogni misura adeguata» per garantire l’uguaglianza nelle sfere pubblica e privata; per favorire l’accesso delle donne all’istruzione, agli organismi decisionali, alle cariche elettive, al lavoro; per modificare modelli di comportamento socio-culturale degli uomini e delle donne volti all’eliminazione di pregiudizi e stereotipi.

La Cedaw è un punto di svolta del diritto internazionale, perché tenta di combinare l’universalità dei diritti umani con la differenza di genere, cioè con la specificità dei diversi ruoli – culturali e biologici – di uomini e donne, per garantire proprio quei diritti che vengono lesi nel rapporto tra i sessi e si concretizzano in discriminazioni e negazioni della libertà femminile. Ciò comporta l’adozione di “azioni positive”, intraprese perchè un gruppo svantaggiato possa prevenire, ridurre e superare quella condizione di inferiorità e vulnerabilità in partenza che pone una ipoteca nella capacità e nell’esercizio di diritti sanciti.

Ad oggi la Cedaw è una delle convenzioni più ratificate: sono 172 i paesi ad averla inserita nel proprio ordinamento, con la vistosa eccezione degli Usa. L’Italia l’ha ratificata il 22 settembre 2000.

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