1963

Abbattimento dell’ex Palazzo di Giustizia

Il rinnovamento di Piazza Grande

Con lascito testamentario del 1883, il generale Antonio Morandi dispone la somma per la «costruzione di un Palazzo di Giustizia nelle case comunali in Piazza Grande di fronte al Duomo». L’operazione si inserisce nei piani comunali di diradamento e risanamento della città, che apriranno piazza XX Settembre e che nel 1936 muteranno anche la collocazione delle bancarelle del mercato: da piazza Grande all’attuale struttura coperta di via Albinelli.
La complicata realizzazione del monumentale edificio, approvata nel 1885, avviene fra il 1897 e il 1905, seguendo un secondo progetto dell’architetto Luigi Giacomelli, ridimensionato per la scelta del Comune di allargare la piazza di otto metri, rispetto al sedime delle vecchie case di proprietà comunale, abbattute insieme al vicino Palazzo Stoffi, espropriato. La piazza ospita le secolari funzioni dei massimi poteri cittadini e quello giudiziario era presso il Municipio.
Il Palazzo di Giustizia è una delle due costruzioni, con quella delle Poste, realizzate in centro storico dopo l’Unità d’Italia per funzioni pubbliche, progettato con linguaggio architettonico “umbertino”, a simboleggiare il nuovo Stato unitario liberale in luogo di quello ducale: “straniero e oppressore”. L’esistenza di diversi edifici pubblici rende meno necessarie nuove edificazioni.
La gestione dell’edificio, a carico del Comune, presenta numerosi problemi a causa degli spazi ristretti e dei costi e se ne decide il trasferimento nel Palazzo dei Teatini. Nel 1960 la Cassa di Risparmio, collocata presso il Municipio, acquista dal Comune il Palazzo di Giustizia e nel 1963 ne inizia il controverso abbattimento, per realizzare la sua nuova sede. Il Piano regolatore del 1958 prevede la riduzione del traffico nel centro e in piazza Grande, avviandone la pedonalizzazione. Il progetto in sobrio stile razionalista, più volte modificato, è redatto nel 1966 da Gio Ponti, uno dei maggiori architetti del Novecento e, ridotto in altezza l’edificio, riporta la Piazza alle dimensioni preesistenti.

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