1947

Non vogliamo fare più a metà!

Le vertenze mezzadrili negli anni del dopoguerra

Finita la guerra, il mondo delle campagne è in subbuglio. Tante sono le aspettative di cambiamento radicale nei rapporti con i proprietari terrieri ora che braccianti e mezzadri hanno contribuito alla lotta di liberazione e aderiscono in massa alla Camera confederale del lavoro. Forte è l’insofferenza dei mezzadri verso alcuni obblighi di sapore medievale, come le regalie o servitù obbligatorie, che costituiscono l’affermazione della superiorità gerarchica del proprietario e il mantenimento di una sudditanza ormai anacronistica.

In realtà, anche nel mondo sindacale non mancano le tensioni, retaggio del lungo passato di contrapposizione tra i braccianti e i mezzadri, questi ultimi considerati per molto tempo degli avversari per la loro collocazione a metà strada tra il proprietario e il vero e proprio ‘proletario’. L’impegno del sindacato è comunque quello di unire tutte le categorie in un blocco unico da contrapporre all’associazione degli agrari, sebbene lo stesso segretario della Camera confederale del lavoro, Arturo Galavotti, debba affrontare una situazione difficile, a causa delle complesse stratificazioni sociali presenti nelle campagne.

Il rinnovo dei patti colonici, per ottenere la modifica del riparto dei prodotti – tradizionalmente diviso a metà tra proprietario e mezzadro – portando al 60% la quota di prodotto per questi ultimi, la direzione paritetica dell’azienda, l’eliminazione delle regalie e la ‘giusta causa’ in caso di escomio diventano occasione di agitazioni che, in alcuni casi, sfociano in scontri e violenze. Sono promosse manifestazioni, e le regalie, invece di essere consegnate ai padroni, sono donate agli ospedali e agli ospizi.

Il tentativo di mediazione messo in atto dal governo De Gasperi è ostacolato dai proprietari e, una volta diventato legge nel 1947, è occasione di nuovi conflitti, perché oltre al 3% di riparto in più per i mezzadri prevede una quota del 4% di migliorie al fondo che gli agrari cercano di non attuare, provocando la mobilitazione anche dei braccianti, che iniziano ad attuare gli ‘scioperi a rovesciò, cioè a eseguire i lavori direttamente, chiedendo poi di essere pagati. Solo nel 1947 per queste lotte sono incriminati 94 lavoratori, fermati 2.800, 10 rimangono feriti e 337 percossi dalle forze dell’ordine. Tante sono anche le cause civili, che si trascinano per anni, e molti gli escomi delle famiglie mezzadrili più impegnate nella lotta.