1958

Non sono “matti”

La Provincia istituisce i Dispensari di igiene mentale

La nascita dei dispensari di igiene mentale è il primo atto verso la territorializzazione della sanità, non più intesa solo nella forma ospedaliera che, per la provincia di Modena faceva da sempre riferimento all’Ospedale psichiatrico di Reggio Emilia.

Avviati nel 1958, i dispensari sono ambulatori dotati di equipe di zona composta da medici, psicologi, infermieri, assistenti sociali. Il loro scopo è quello di avvicinare i servizi ai cittadini e alle cittadine, di prevenire il più possibile le forme peggiori di disagio mentale e di recuperare e riabilitare i malati, mediante strutture alternative all’ospedale psichiatrico.

Il fiorire di tali servizi è l’esito da un lato dell’evoluzione della scienza medica che, separando la psichiatria dalla neurologia smette di guardare al malato di mente esclusivamente dal punto di vista biologico, dall’altro di un movimento dal basso nascente nella società civile con l’obiettivo di rompere lo stereotipo del malato psichiatrico visto come “matto”.

È un processo innovativo che la Provincia di Modena porta avanti con dedizione per molti anni, avvalendosi spesso anche di competenze esterne all’Ente, come ad esempio il professore Franco Basaglia dell’Università di Trieste e direttore del manicomio di Gorizia – l’ispiratore della legge 180 del 1978 che stabilisce la chiusura dei manicomi – chiamato a dare una consulenza in materia di assistenza psichiatrica negli anni 1971-1975.

Sull’onda di tale rinnovamento, nel luglio 1971 il Consiglio provinciale di Modena delibera la costituzione di un servizio di assistenza psichiatrica a Gaiato nei pressi di Pavullo, nel comprensorio del Frignano, dove si applicano pratiche di umanizzazione fondate sulla socializzazione, sul lavoro, sui rapporti con le famiglie. L’esperienza dura cinque anni riuscendo a dare risposte di diverso genere: 165 persone ricoverate per brevi periodi; 10.537 visite ambulatoriali e 2.532 visite domiciliari.