1951

La “città moderna” degli animali

Apre a Modena il nuovo Mercato bestiame

Dopo quattro anni di progettazione e costruzione, il 19 marzo 1951 viene inaugurato dal sindaco Alfeo Corassori il nuovo comprensorio del Mercato bestiame di Modena, con grandi aspettative da tutto il mondo commerciale, agricolo ed economico. La palazzina precedente, situata in viale Monte Kosica, era stata danneggiata dai bombardamenti del 1944 tanto da rendere necessario il trasferimento dell’attività.

Il progetto del nuovo Mercato bestiame è curato dall’assessore ai Lavori pubblici Mario Alberto Pucci, che si occupa della rigenerazione di molte parti della città nell’ottica di dare lustro e possibilità di crescita a Modena.

La decisione era stata obbligata: occorre far fronte ai bisogni di un’economia provinciale ancora prevalentemente agricola e il Mercato bestiame rappresenta un’infrastruttura necessaria allo sviluppo di un settore centrale per l’economia modenese dell’epoca. Nonostante gli anni della guerra, l’afflusso dei capi di bestiame a Modena è, in quegli anni, più che decuplicato e la capacità del vecchio mercato è ampiamente stata superata. Tra equini, bovini, suini e ovini, la città della Ghirlandina vede il commercio di circa 100.000 capi l’anno: una cifra davvero ragguardevole.

Il progetto viene quindi inserito nel Piano di ricostruzione del 1947 con l’intenzione di progettisti e amministratori di darne una valenza di carattere provinciale e di considerarlo il motore di tutte le trasformazioni urbanistiche dell’intera area di espansione nord della città, analogamente a quanto si vuole fare, negli stessi anni, per la parte sud con la realizzazione della Centrale del latte.

Il complesso, in effetti, anche nella sua struttura ha un impatto molto forte, per estensione territoriale ed efficienza tecnica, ed è motivo di orgoglio per la municipalità.

Dopo due anni di lavori, si genera il Mercato bestiame più grande di tutta Europa, in una posizione vantaggiosa, poiché Modena è all’epoca in un punto nevralgico del traffico sud-europeo ferroviario e stradale, all’incontro tra la strada Statale del Brennero e la via Emilia. E questa scelta strategica viene riconfermata anche nel 1969, quando viene aperta l’autostrada del Brennero e viene attivato nel mercato un vero e proprio raccordo con le Ferrovie dello Stato.