1944
La nascita dell’unità sindacale
Il Patto di Roma del 1944
Il 4 giugno 1944 le truppe alleate entrano a Roma: la città è liberata, dopo nove mesi di occupazione nazifascista. Due giorni dopo, il 6 giugno, gli alleati sbarcano in Normandia, per aprire un altro fronte in Europa contro la Germania hitleriana. Il 9 giugno viene firmato il Patto di Roma, che segna la nascita della Confederazione generale italiana del lavoro, un organismo che intende raggruppare tutti i movimenti sindacali italiani in vista della fine della guerra e difendere in modo unitario gli interessi e i diritti dei lavoratori. A siglarlo sono Giuseppe Di Vittorio, per il Partito comunista, Achille Grandi, per la Democrazia cristiana, ed Emilio Canevari (presto sostituito da Oreste Lizzadri), per il Partito socialista. Nello svolgimento delle trattative, non prive di difficoltà, anche interne ai partiti coinvolti, un ruolo di primo piano è svolto da Bruno Buozzi, dal 1925 segretario della Cgdl. Militante antifascista, esule in Francia, sottoposto al confino da parte del regime, Buozzi non potrà però prendere parte alla firma del Patto di Roma, poiché viene assassinato proprio il 4 giugno 1944 dai nazisti in ritirata dalla capitale.
L’unità sindacale dura pochi anni. Le elezioni del 1948, con il trionfo della Democrazia cristiana, segnano l’inizio della rottura tra i vari schieramenti politici: nel 1950 i cattolici fondano la Confederazione italiana sindacati lavoratori (Cisl), mentre i socialdemocratici e i repubblicani danno vita all’Unione italiana del lavoro (Uil).