1921

La scissione di Livorno e nascita del Partito comunista d’Italia

Le prime elezioni politiche dopo la guerra si svolgono nel novembre del 1919 e se da un lato mostrano le trasformazioni in atto nella politica e nella società, dall’altro fanno emergere le gravi divisioni. L’esito è disastroso per la vecchia classe dirigente. Si registra la vittoria del socialisti, primo partito, e dei popolari. Il rifiuto dei socialisti ad una collaborazione con gruppi borghesi delinea uno scenario di governo che vede l’accordo tra popolari e liberal-democratici. Su questa instabile condizione si basano gli ultimi governi dell’età liberale.

Il progressivo fallimento del disegno giolittiano di ridimensionare le spinte del movimento operaio vede spostarsi la lotta politica dal parlamento alle segreterie di partito, alle piazze ed alle fabbriche che vengono occupate nell’estate-autunno del 1920, al culmine dell’agitazione dei metalmeccanici. La vertenza vede contrapposti il mondo imprenditoriale e il movimento operaio italiano organizzato dai sindacati e dai consigli di fabbrica ispirati dal gruppo torinese di «Ordine Nuovo». L’impossibilità per il movimento di uscire dalle fabbriche e collegarsi alle lotte sociali in corso favorisce il prevalere del compromesso sindacale caldeggiato dalla Fiom e da Giolitti. Sul piano sindacale gli operai escono vincitori dallo scontro, ma su quello politico c’è forte delusione per le speranze disattese dei giorni delle occupazioni. Tutto questo lascia nel movimento operaio una scia di polemiche e recriminazioni. I contrasti si acuiscono con le fratture provocate dal II Congresso del Comintern, tenutosi nell’estate del 1920, dove sono state decise le condizioni per l’ammissione dei partiti operai all’Internazionale comunista: assumere il nome di partito comunista ed espellere gli elementi riformisti e centristi. 

Al XVII congresso del partito socialista a Livorno nel gennaio 1921 non vengono espulsi i riformisti, ma è la minoranza di sinistra a lasciare il Psi per dare vita al Partito comunista d’Italia.

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