1938

Orson Welles trasmette La guerra dei mondi

La sera del 30 ottobre 1938 negli Stati Uniti le famiglie si preparano alla festa di Halloween sintonizzandosi sul radiodramma della CBS, diretto dal ventitreenne attore emergente Orson Welles, dal titolo La guerra dei mondi. Il programma appartiene ad una serie di adattamenti radiofonici Mercury Theatre, che vanno on air in onda ormai da diverse settimane, senza aver riscosso grande successo. La Guerra dei mondi è la diciassettesima puntata della serie, nella quale Welles ha portato altri classici della letteratura.  L’inizio è un susseguirsi di voci concitate che si alternano per descrivere l’arrivo dei marziani e la conseguente invasione e distruzione del New Jersey. Si susseguono messaggi da parte del ministro degli Interni, della Difesa, dal capo della polizia. Uno scienziato si inserisce per dare la sua versione degli avvenimenti. Nulla di vero, naturalmente: tutti quelli che parlano sono attori della compagnia di Welles. Tra gli ascoltatori però quasi nessuno se ne accorge. Per rendere più credibile la trama Welles trasforma il testo in un giornale radio fitto di notizie incalzanti. Alcuni ascoltatori credono si tratti di una vera e propria invasione e sono presi dal panico, molti telefonano per informazioni alle autorità o ai giornali. Al di là della reale dimensione del panico che si diffonde, l’episodio racconta bene come, negli anni Trenta, la radio si afferma come nuovo e potente medium e sostituisce i giornali come fonte primaria di informazione. Altro fattore importante alla credibilità del falso evento è l’instabilità politica e il periodo di insicurezza vissuto dalla società americana (sono ancora tangibili gli effetti della crisi economica del 1929; a livello internazionale - appena un mese prima - vengono siglati gli accordi di Monaco). Orson Welles inoltre è il primo a varcare il confine tra finzione e realtà nei media elettronici e ad andare oltre il patto implicito tra autore e ascoltatore/lettore di una storia. Questa relazione prende il nome di “sospensione di incredulità”. Un atto consapevole del fruitore, il quale riconosce la storia raccontata come non vera, ma decide di crederci per provare in pieno le emozioni. Welles cambia le regole spiazzando gli ascoltatori, mescola i linguaggi e apre la strada ad un lungo e mai finito processo di ridefinizione del confine tra finzione e realtà.

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