1937

Il numero come potenza

La Casa della madre e del bambino e l’Opera nazionale maternità e infanzia (Onmi)

Il 28 novembre 1937 è inaugurata in via Barozzi la Casa della madre e del fanciullo  "Principessa di Piemonte". La nuova struttura, costruita per assolvere a compiti terapeutici e sanitari a favore della maternità e dell’infanzia, ha al suo interno un ambulatorio ostetrico, una sala parto e un dormitorio, un asilo e un refettorio materno per le gestanti in difficoltà.

Le Case della madre e del bambino rientrano nel programma avviato nel 1932 dall’Omni, per prevenire le frequenti cause di morte delle gestanti e dei bambini. 

L’Omni, istituita nel 1925 con una legge del 10 dicembre, è l’ente parastatale che il fascismo istituisce per “provvedere alla protezione e assistenza delle gestanti e delle madri bisognose o abbandonate, dei bambini, lattanti o divezzi fino al quinto anno d’età, appartenenti a famiglie bisognose che non possono prestare loro tutte le necessarie cure per un razionale allevamento dei fanciulli fisicamente e psichicamente anormali e dei minori materialmente o moralmente abbandonati”. 

L’Ente, costituito funzionalmente alla battaglia demografica lanciata dal Fascismo per consolidare il consenso e perseguire gli obiettivi dell’ideologia del “numero come potenza” e del “miglioramento della razza”, segna comunque un’importante novità mettendo in capo allo Stato le azioni a sostegno delle madri e dei bambini in condizione di povertà, fino ad allora gestite da organismi privati o religiosi (congregazioni di carità e opere pie) con opere di beneficienza.

Amministrata da un Consiglio centrale, con sede a Roma, l’Onmi si diffonde in modo capillare sul territorio nazionale a livello provinciale e comunale. Dal 1933 (L.298) le funzioni di direzione e di coordinamento delle attività dell’Onmi sono in capo alle Province.

A Modena la presidenza dell’Opera provinciale nel 1927 è affidata al professor Riccardo Simonini. La documentazione della Federazione provinciale parla di circa 600 donne assistite nel 1929 e di risorse insufficienti a far fronte alle richieste sempre più pressanti per la situazione economica. Il tema delle risorse diventa ancora più grave negli anni Trenta con l’istituzione delle Case della madre e dei fanciulli nei diversi comuni della provincia modenese, che diventano una delle principali fonti di spesa per il mantenimento dei refettori materni, ambulatori pediatrici, asili nido, per l’erogazione dei sussidi per bambini abbandonati, medicine, alimenti e dell’assistenza domiciliare (visitatrici volontarie e personale paramedico).

In quegli anni l’Omni dà anche assistenza ai figli delle mondine nel periodo della monda e gestisce la Casa del Sole, colonia montana di Pievepelago.

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