1928

«A terra italiana macchine italiane»

La Fiat-Oci apre uno stabilimento a Modena

«S’è costituita una società per la creazione a Modena di un nuovo grande organismo industriale che prenderà il nome di Officina Costruzioni Industriali (OCI) per la produzione di trattrici agricole. Lo stabilimento sorgerà presso la Sacca ove ora sorgono le Officine Meccaniche»: con queste parole la “Gazzetta dell’Emilia”, nel 1929, annuncia che dall’anno precedente la Fiat aveva deciso di impiantare a Modena un suo stabilimento.  L’operazione – che rappresenta uno dei pochissimi casi di insediamento industriale non autoctono nella storia economica modenese – è assecondato dall’interessato e influente intervento del segretario provinciale del Pnf Guido Corni, proprietario del terreno posto a ridosso della fabbrica del padre e venduto, con una transazione indiretta, alla Fiat. 

D’altra parte, la casa torinese aveva esigenza di ampliare i propri stabilimenti, sia perché negli ultimi anni era aumentata la produzione degli autoveicoli, sia per contrastare la concorrenza del trattore Fordson, che costava 2.400 lire meno di quello della Fiat ed era quindi più appetibile, visto il crescente interesse alla meccanizzazione per aumentare produzione e produttività. Nel 1926 il Fordson è il trattore più venduto in Emilia Romagna, con la più alta concentrazione di vendite proprio in provincia di Modena. Va detto anche che a Modena esisteva dal 1921 l’Istituto Fermo Corni, che formava tecnici e operai specializzati con buone conoscenze professionali, e operavano da anni le Fonderie Corni e le officine metallurgiche di Orsi a cui rivolgersi per le forniture. Modena è inoltre collocata geograficamente quasi al centro della regione, in posizione strategica per agevolare l’assistenza tecnica nel restante territorio padano con interventi rapidi ed economici, e lo stabilimento rilevato dalla Fiat, di proprietà delle Officine reggiane, dispone già di 180 lavoratori, molti dei quali sono operai specializzati e qualificati. Infine, Modena ha un alto tasso di disoccupazione e, con la nascita dell’industria, le autorità sperano di affievolire la tensione minacciosa che preoccupa i gerarchi fascisti per i possibili risvolti politici antifascisti.

Sulla risoluzione di Agnelli, la stampa modenese dedica scarsa attenzione, nonostante che il nuovo stabilimento ospiterà in seguito – tra le fabbriche private – la più alta concentrazione di operai della città (circa un migliaio) con una produzione (8-10 trattori al giorno) pari al 40% circa di quella complessiva della FIAT nel settore trattoristico.