1911

Prove di pacifismo

No alla guerra di Libia

Il 25 settembre 1911 le direzioni del Partito socialista e della Cgil, in una riunione congiunta, decidono che il 27 settembre sarebbe stato sciopero generale contro la guerra in Libia. Lo sciopero vede una vasta partecipazione nella provincia di Bologna; a Imola oltre 6.000 lavoratori si astengono dal lavoro, i manifestanti, tra cui si distingue Benito Mussolini, si sdraiano sui binari per impedire la partenza dei convogli. A Modena, lo sciopero generale ha un’importante riuscita con una grande manifestazione in piazza Grande. A Nonantola un lavoratore è ucciso dai carabinieri durante una manifestazione.

Mancano ormai pochi giorni al XII Congresso nazionale del Psi di Modena, che su questi temi sancirà l’opposizione del Partito a Giolitti, precipitando il sistema di potere dello statista piemontese in una crisi irreversibile. La questione libica sta incrinando definitivamente il rapporto di solidarietà tra la borghesia liberale e il movimento operaio, raggiunto nel quadro del generale progresso economico del Paese. La radicalizzazione introdotta nel dibattito politico, con l’affermazione di un vivace movimento nazionalista favorevole all’intervento e di un altrettanto vigoroso fronte anticolonialista, favorisce il rafforzamento delle ali estreme. Nel mondo socialista le tendenze più intransigenti prendono il sopravvento su quelle riformiste e collaborazioniste, che avevano costituito un elemento non secondario degli equilibri politici di Giolitti. A Modena la crisi della collaborazione fra le forze liberali progressiste e quelle del proletariato è evidente nella parabola della Giunta guidata dall’avvocato Cesare Pagani.

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