1911

Pratiche di solidarietà

L’accoglienza ai figli dei ‘serrati’

Il primo esempio di solidarietà in cui possiamo rintracciare il trasferimento della competenza della cura dell’infanzia, tradizionalmente femminile, dalla sfera privata alla sfera pubblica è legato al grande sciopero degli ottomila operai di Portoferraio e Piombino contro il consorzio Ilva, appena costituito per riunire le sei imprese siderurgiche nazionali degli impianti di Piombino, Portoferraio, Genova e Savona e salvare il trust siderurgico. L'agitazione, iniziata il 2 luglio 1911 e che durerà 135 giorni, nasce dalla decisione padronale di ridurre il numero degli operai e dei compensi. La direzione attua immediatamente la serrata e fa sgomberare tutti i reparti. I centri elbani vengono militarizzati, gli scioperanti vengono arrestati a centinaia. Numerose le sottoscrizioni e le raccolte di viveri organizzate dalle Camere del lavoro per sostenere gli operai in sciopero. Questo evento resta nella storia come uno dei primi eventi in cui la competenza della cura, tipicamente femminile, entra nella scena pubblica.

La cairese Ines Oddone, fondatrice nel 1905 del periodico “La donna socialista” e sindacalista aderente al gruppo dei sindacalisti rivoluzionari, insieme ad altre sindacaliste emiliane e romagnole, decide di fare qualcosa per le vittime più indifese della serrata, i bambini. La sua idea è un ‘affido di massa’ che viene subito proposto a tutte le Camere del lavoro aderenti al Comitato dell'Azione diretta, a cui viene richiesta la disponibilità da parte delle famiglie degli organizzati di accogliere nelle proprie case i "figli dei serrati". I primi 80 bambini partono domenica 20 agosto con destinazione Roma e poi diverse località del nord e del centro Italia, tra cui Modena e i comuni di Mirandola e Cavezzo. Un secondo convoglio parte il 2 settembre diretto in Lombardia. Le partenze proseguono con i figli dei serrati che, accolti da folle urlanti e spesso dalle bande rosse, cantano allegramente «Noi siam figli dei serrati / dei serrati di Piombino / Max Bondi è un assassino / lo vogliamo fucilar».

Altri episodi di solidarietà si ripetono nel modenese anche alla fine del 1917 con l'accoglienza nel castello di Guiglia e di Sestola di circa 16.000 profughi, donne e bambini in fuga dalle zone di guerra e nel 1946 con l’accoglienza dei bambini romani e napoletani.

Approfondimenti