1918

L'unità del popolo e la sovranità della nazione

Nasce la sezione modenese dell'Anmig

L'Associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra si costituisce come associazione apolitica, a Milano nell’aprile 1917, per rispondere alle esigenze morali e materiali dei molti invalidi che con la guerra crescevano in ogni città.

La sezione modenese è ufficialmente riconosciuta dal Comitato centrale il 25 settembre 1918 e fin da subito si attiva nella costituzione di cooperative per reintrodurre i mutilati nel mondo del lavoro. A Modena fino a quel momento si era occupato di tali questioni il Comitato autonomo provinciale pro-mutilati e storpi di guerra, espressione dell’aristocrazia e della grande élite politica, agraria e industriale della città fondato il 1 luglio 1915, poi invitato ad aderire alla costituzione di una sezione locale dell’ANMIG nazionale.

In questi primi anni l’Anmig è uno strumento nelle mani delle élites liberali. In questo contesto emerge la figura di Anselmo Forghieri – che nel 1922-1923 sarà segretario del Psi di Modena – attivo dapprima nel cercare di portare l’Anmig su posizioni socialiste massimaliste e, successivamente, di dar vita a un’associazione ad essa concorrenziale, la Lega Proletaria.

Il fascismo poi si impadronisce dell’Anmig irreggimentandola attraverso una precisa legislazione che nel 1923 la riconosce come l’associazione a cui "esclusivamente demandare la rappresentanza e la tutela dei mutilati di guerra presso il governo e presso tutti i competenti organi dello stato". Nel 1929 è eretta in ente morale con r.d. 16 dicembre 1929, n. 2162.

Anche a Modena, dal 1927 l’Associazione diventa parte del sistema corporativo italiano, strumento di propaganda fascista come le altre associazioni combattentistiche a cui il regime negli anni 1932-1935 destina la “Casa del Mutilato”.

Con la Liberazione l’Associazionismo è messo sotto tutela dal Comitato di liberazione nazionale e deve ricostruire la propria identità. Il periodo del dopoguerra è contrassegnato dalla presidenza trentennale (1960-1990) dell’on. Gina Borellini.

La città ha dedicato al centenario dell’Associazione un Parco e una lapide nel cortile della Casa del mutilato.

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