1919

La rivoluzione antipartitica

Nasce il Fascio di combattimento

Al termine della Prima guerra mondiale (4 novembre 1918) l’Italia è in una difficilissima situazione economica e sociale. La guerra ha fatto 630.00 morti, di cui oltre 6.000 modenesi, un milione di feriti e il debito per spese belliche ammonta a 65 miliardi di lire-oro. La situazione economica modenese è tra le peggiori del Paese: migliaia e migliaia di disoccupati, molti ex combattenti senza lavoro, soprattutto nelle campagne, una inflazione dei generi alimentari galoppante che rende i salari inadeguati, e l’epidemia dell’influenza “spagnola” che decima la popolazione.

In questo contesto, i Fasci di combattimento - fondati da Mussolini a Milano il 23 marzo 1919 quale fenomeno urbano tra ex-combattenti e studenti - trovano spazio politico anche a Modena negli scontri che attraversano le campagne tra braccianti e proprietari della terra, e nella paura di una crescente proletarizzazione che agita i ceti medi. I Fasci di combattimento si pongono come un antipartito che deve far “fronte contro due pericoli: quello misoneista di destra e quello distruttivo di sinistra” (“Il Popolo d’Italia”, 9 marzo 1919). Nei programmi affiorano cavalli di battaglia propri della cultura socialista e dell’universo nazionalista.

È il 27 maggio 1919 quando il sottotenente degli arditi Cesare Cerati nella sala di San Vincenzo di Corso Canalgrande (dove ora ha sede il Tribunale) tiene il primo comizio fascista; in sala sono presenti anche alcuni socialisti che intonano l’inno dei lavoratori scatenando una rissa che determina lo scioglimento del comizio da parte delle forze dell’ordine. Dopo pochi giorni, Gabriele D’Annunzio dà avvio all'impresa Fiumana, alla quale si aggregano anche alcune decine di giovani modenesi.

In pochi mesi dunque, nel settembre 1919, nasce il primo Fascio modenese ed Enzo Ponzi, tra i suoi fondatori, nel novembre dell’anno successivo ne diviene il primo segretario politico. Inizia una stagione di violenze e di profonda ostilità verso i socialisti, definiti «nemici interni che vogliono sopprimere la nostra libertà» (“Gazzetta dell’Emilia”, 18 novembre 1920).

Nel 1921 è fondato il Partito nazionale fascista, grazie al sostegno degli agrari padani che lo individuano come elemento d’ordine e forza in grado di reprimere e spezzare il movimento contadino, il sindacalismo socialista e popolare.

Biografie
Enzo Ponzi

Torino, 1894 – Modena, 1960

Luoghi
Sala di San Vincenzo

Angolo tra Corso Canalgrande e via San Vincenzo

PERSONE