1920

Il 'contromondo' socialista è possibile

Ferruccio Teglio diventa sindaco 

Le elezioni amministrative del novembre 1920 per il rinnovo del Consiglio provinciale e dei Consigli comunali in carica prima della Grande guerra si tengono al culmine delle tensioni del “biennio rosso”. I socialisti presentano la conquista delle amministrazioni locali come una tappa per accelerare la rivoluzione e lo stabilirsi della dittatura proletaria, che già aveva raccolto consensi nelle elezioni politiche del 1919. Il notabilato locale, i componenti la passata amministrazione Gambigliani, i radicali legati ai deputati Nava e Vicini e gli ambienti sociali che ruotano intorno alla “Gazzetta dell’Emilia”, per contrastare l’attacco socialista, si riuniscono nell’associazione “Ordine e libertà pel rinnovamento nazionale”. L’associazione tenta di ricomporre una galassia di gruppi a debole identità politica, ma con espliciti interessi economici da difendere, che divisi nelle ultime elezioni politiche avevano fatto il gioco dei socialisti.

Ottenuto l’appoggio esterno anche dei combattenti e dei socialisti riformisti di Bindo Pagliani, l’associazione riesce ad attrarre nel Blocco anche il Ppi. Ma il loro sforzo non raggiunge l’obiettivo. Il Psi ottiene la maggioranza a Modena, oltre che nei comuni principali dove ha fronteggiato i blocchi. Su 45 comuni, infatti, i socialisti ne conquistano 27, mentre 14 vanno ai popolari, 2 ai costituzionali e 2 a coalizioni miste.

A Modena diventa sindaco il socialista Ferruccio Teglio. In Consiglio provinciale il Psi si impone in 23 mandamenti, il Ppi in 13 e i costituzionali nei restanti 3.

La vittoria socialista suscita un’ondata di timori tra la borghesia modenese che vuole tornare a far vivere le antiche gerarchie sociali e che, dopo poco, trova sponda politica nello squadrismo fascista che già nel 1921 assalterà le amministrazioni ‘rosse’ costringendole alle dimissioni forzate. Questo momento può essere considerato l'apice del “Biennio rosso” e l'inizio del “Biennio nero”.

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