Policlinico universitario
via del Pozzo, 71
La realizzazione del nuovo complesso ospedaliero del Policlinico prende le mosse dal concorso bandito dalla Congregazione di Carità di Modena nel 1933 e vinto da Ettore Rossi e trova compimento solo trent’anni più tardi. Sorge su un terreno a est della città, in località San Lazzaro, a non grande distanza dal luogo in cui nel Medioevo sorgeva l’Ospedale dei lebbrosi. Il progetto dell’architetto Ettore Rossi, già autore di altri complessi clinici, propone una planimetria organizzata in una pianta ad H con i lati diseguali disposta in un’ampia zona verde capace di inserirsi in maniera ottimale nel contesto cittadino dell’area scelta per l’edificazione del complesso. Il cantiere comincia nel 1939 ma viene interrotto nel 1941 e un ospedale provvisorio viene sistemato in viale Cialdini. Solo nel 1951 è affidato a Remigio Casolari, uno degli architetti sconfitti dal concorso, che riprende il progetto di Rossi.
L’ospedale è caratterizzato da due fronti completamente distinti: il lato ovest, verso la città, è frammentato in più parti, mentre il lato est ha una facciata rettilinea. Nella zona sud si trovava il complesso di degenza, che gode della migliore esposizione al sole; quella nord ospita invece le sale per la diagnosi, le sale operatorie e i locali della facoltà di Medicina, adibiti all’attività di ricerca e formazione.
Nella parte orientale è stato poi realizzato il Centro oncologico modenese, dedicato al sindaco Pier Camillo Beccaria e realizzato per iniziativa dell’associazione “Angela Serra”, del Policlinico di Modena e dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. È un edificio di pianta triangolare, forato al centro da un pozzo di luce, che si pone in modo non invadente in un contesto tanto delicato come è quello della cura e della medicina, infatti il suo orientamento è stato predisposto per evitare gli affacci contrapposti delle stanze di degenza del centro con quelle degli edifici limitrofi.