Gruppo rionale fascista “Duilio Sinigaglia”
Via Emilia Est, 250
Edificato nel 1934 su progetto dell’architetto Mario Guerzoni, è uno dei quattro gruppi rionali realizzati in città tra il 1933 e il 1935, al fine di consolidare la presenza fascista sul territorio, creando spazi di iniziativa e di aggregazione che consentano anche un maggior controllo sulla popolazione. Il primo a essere inaugurato è il “Gioacchino Gallini”, nella zona delle case popolari di Villa Santa Caterina, seguono poi il “Duilio Sinigaglia”, il “XXVI settembre” all’inizio di via Emilia Ovest e il “Gino Tabaroni” sulla via Giardini. Come si vede, tre dei gruppi rionali sono dedicati all’eccidio di fascisti avvenuto il 26 settembre 1921.
La promozione di queste strutture, rette da un fiduciario assistito da una Consulta di cinque membri, rientra in un progetto più complessivo di riorganizzazione della presenza in città e in provincia del Partito fascista. Nel giugno 1933 il Comune di Modena è suddiviso in 14 zone o nuclei, per rendere così ancora più capillare la presenza sul territorio, e sono promossi altri Gruppi rionali in alcune frazioni della città, tra cui Saliceto Panaro, San Damaso, Saliceta San Giuliano, Albareto, Portile, Villanova e Marzaglia.
Alla fine del 1942 il Gruppo rionale “Sinigaglia” ha 3.479 iscritti e, come gli altri gruppi rionali, negli anni della guerra svolge un ruolo fondamentale non solo come terminale del sistema di potere fascista ma soprattutto come luogo di promozione della mobilitazione civile e a sostegno dei combattenti. Qui si riuniscono le commissioni di assistenza, il dopolavoro, le squadre annonarie, quelle per la sicurezza antiaerea, infine si raccolgono la lana e altri prodotti da inviare ai militari.
Ciò che rende unica la storia di questo gruppo rionale è che esso rimane intitolato a un ebreo, Duilio Sinigaglia, considerato il ‘martire fascista’ per eccellenza a Modena, non solo nel periodo che intercorre tra le leggi razziali e la caduta del fascismo, quindi tra il 1938 e il 1943, ma anche durante l’occupazione tedesca – quando, anzi, presso il Gruppo vengono raccolte le adesioni ad alcune delle organizzazioni militari della Repubblica sociale – per cessare solo il 22 aprile 1945, giorno della liberazione di Modena.
Nel dopoguerra l’edificio è stato a lungo sede della Guardia di finanza, attualmente è occupato da uffici del Ministero delle politiche agricole e forestali.