Frigoriferi Generali
Via G. Soli, 13
Con la refrigerazione meccanica, si diffonde anche a Modena a fine Ottocento la produzione artificiale di ghiaccio, che sostituisce le ghiacciaie interrate, o ‘nevai’, talvolta pubbliche, che pochi potevano permettersi. Gli impianti per la conservazione al freddo degli alimenti, soprattutto carni, diventano servizi essenziali per l’organizzazione annonaria della città. Solo negli anni Cinquanta del Novecento il frigorifero si diffonde come elettrodomestico, soppiantando via via le numerose “fabbriche del ghiaccio”, spesso annesse a gelaterie.
Nella prima metà del secolo scorso i frigoriferi per lo stoccaggio di merci deperibili e la produzione di ghiaccio assumono l’aspetto di magazzini refrigerati, strutturati in celle più o meno ampie, messe a disposizione onerosa degli utenti. Nell’area di via P. Ferrari si insediano numerose aziende per la trasformazione degli alimenti e i servizi per la loro conservazione.
Nel 1899 Cesare Adami realizza i “Frigoriferi Generali” in un edificio con residenza, ampliato con una lunga costruzione a due piani, solaio poggiante su colonne e copertura sostenuta da capriate in legno e metallo, e poi nel 1902 con un magazzino e una torretta circolare “merlata” descritta nella concessione edilizia, come «edificio rustico ad uso pollaio». La produzione meccanica del freddo viene in inverno integrata con ghiaccio naturale ricavato allagando l’area antistante.
A questo primo impianto privato seguirà, nel 1906 nell’attuale Piazzale N. Bruni, il frigorifero comunale, con 21 celle e la produzione di ghiaccio, il cui progetto originale adotta un linguaggio architettonico ottocentesco ricco di elementi decorativi. La difficile conduzione della "fabbrica del ghiaccio" pubblica impose la parziale gestione privata affidata a Celso Mescoli poi, nel 1923, la sua cessione allo stesso, già titolare di un impianto frigorifero attivo dal 1921 tra via A. Begarelli e via L. Ricci. L’impianto comunale viene demolito nel 1928 per dare spazio al Tempio dei Caduti.