Casa del Mutilato
Viale Ludovico Antonio Muratori, 201
Negli anni fra il 1932 e il 1935 all’interno di un lotto nella fascia di nuova espansione a sud della città, tra via Muratori e via Barbieri – al posto del complesso di appartamenti previsti dal progetto di riqualificazione urbana dell’area dell’ex Stabilimento balneario che era stato demolito nel 1924 – viene costruita per iniziativa dell’amministrazione podestarile la Casa del Mutilato, su un progetto di Cesare Abbati Marescotti.
Il nuovo fabbricato, destinato a ospitare la sede modenese dell’Associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra (Anmig), è una costruzione massiccia con un forte impianto simmetrico in cui il carattere littorio si esprime con particolare evidenza: sia nei tratti di monumentalità e di allusione alla classicità imperiale sia nella soluzione planimetrica – la sequenza di due piante centrali di diversa dimensione, incastonate l’una nell’altra – che rimanda alla romanità propiziata dal nuovo impero.
Oggi l’edificio si presenta alterato rispetto agli esterni originari, con l’eliminazione dei fasci decorativi dell’iconografia di regime e una nuova cromia degli intonaci. Da quasi cent’anni, la palazzina recentemente restaurata rappresenta il luogo che ha curato gli interessi di invalidi e mutilati di guerra e dei loro familiari. Per un periodo vi ha trovato ospitalità anche l’Associazione nazionale combattenti e reduci e il Museo del combattente. Attualmente una parte della sede è affittata ad associazioni ed enti privati, mentre all’interno della sede Anmig sono accessibili una biblioteca e un archivio storico.
Con una cerimonia pubblica il 29 aprile 2021 la Casa del Mutilato viene intitolata a Gina Borellini, partigiana “Kira” e Medaglia d’oro della Resistenza, alla quale è stata dedicata anche una stele, scoperta proprio durante l’intitolazione e posta nel cortile d’ingresso.