Banca Popolare di Modena

Via Emilia Centro, 64

La Banca Popolare di Modena (oggi BPER Banca) nasce nel 1867 grazie al gruppo dirigente della Società Operaia di Mutuo Soccorso, per sostenere il risparmio e finanziare le iniziative economiche della piccola industria, dei lavoratori dipendenti e degli agricoltori. La prima sede apre nel 1869 con grandi difficoltà in poche stanze al primo piano dell’ampio edificio in angolo tra via Emilia Centro e Corso Canalgrande di proprietà del senatore Nicola Fabrizi, uno dei soci fondatori. L’ufficio, privo di segni distintivi, si affaccia su via Emilia, vicino a via Fosse. Viene poi spostato su Corso Canalgrande ed è identificato dall’insegna “Banca popolare” sopra al portico.

La crescita della società le consente l’acquisto dell’intero stabile dagli eredi di Fabrizi nel 1909 e l’avvio di lavori di ampliamento. Nel 1919, l’ingegnere Emilio ne progetta il rifacimento, adattandolo alle nuove esigenze di visibilità urbana data dalla posizione centrale.

Sono ristrutturate le facciate del palazzo, ora più armoniche ed equilibrate nei loro volumi, e vi compaiono le prime insegne luminose. Gli uffici al primo piano sono connotati dal marchio “BP” sulle tende delle finestre. All’interno, gli arredi in legno sono sostituiti da quelli più leggeri in acciaio e le sale possono garantire decoro e funzionalità all’istituto di credito.

Una gestione rigorosa e prudente permette alla banca di sopravvivere alla crisi economica degli anni Trenta e al conflitto mondiale e continuare a investire, tanto da assumere una dimensione regionale (diventerà Banca popolare dell’Emilia Romagna), poi nazionale. Nel 1951 viene deciso lo spostamento della sede tra le vie San Carlo e via Scudari in sostituzione del Palazzo Bonaccorsi. Il progetto è affidato al milanese Giovanni Greppi. Nel 1959 è inaugurata la nuova sede centrale ancora più ampia e moderna, lasciando l’immobile di Corso Canalgrande ad alcune attività private ai piani superiori, mentre si succedono negozi di abbigliamento al piano terra.

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Le “signorine” della Banca popolare di Modena e le altre