Oscar Goldoni

Modena, 1942 – 1992

Fotografo e artista

Oscar Goldoni era figlio di Antonio Goldoni, che aveva lo studio fotografico sotto al portico, all’inizio di corso Canalchiaro. Studia all’Istituto d’Arte Venturi di Modena. Inizia le collaborazioni con la Sala della Cultura del Comune di Modena nel 1962, quando, insieme a Mario Cadalora, cura la mostra di Milan Konjovic, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura di Novi Sad (Yugoslavia). All’inizio del 1965 gli viene assegnata la direzione ufficiale della Sala di Cultura, incarico che mantiene ininterrottamente fino al 1971, quando passa all’Ufficio Grafica e Audiovisivi del Comune di Modena. Nel 1974 il Comune di Modena assegna a Goldoni e Valbonesi il compito di avviare l’attività dell’Ufficio Manifesti e Audiovisivi. L’anno dopo Goldoni e Luigi Ghirri inaugurano uno spazio espositivo per la fotografia (chiamato ex SIP, perché in precedenza gestito dalla Società telefonica) che occupa le ultime due vetrate sotto al portico del Palazzo Comunale, all’angolo con via Castellaro, gestito dalla Galleria Civica, nuova denominazione della Sala della Cultura. Nel 1980 Oscar Goldoni rientra alla Galleria Civica, dove si occupa di organizzazione e produzione di mostre.
A parte queste stringate note, che cosa ha rappresentato Oscar Goldoni nel panorama di «una piccola città bastardo posto», usando un’espressione di Francesco Guccini, in un periodo di trasformazioni improvvise, radicali, sorprendenti? In campo musicale rappresenta il collegamento tra le varie anime della cultura modenese, da quella punk del “Graffio” (locale alternativo aperto alla fine degli anni Settanta nel quartiere della Sacca) a quella beat – pop – rock del Bar Grande Italia, il ritrovo dei “capelloni” alla fine di via Emilia Centro. Considerando invece la cultura visiva, nel senso più lato del termine, fuori dalle pastoie tra “astratti” e “figurativi”, Goldoni si schiera con quella che lui stesso definisce la nuovissima linea sperimentale, parlando della fotografia, ma che si può estendere a tutte le arti dagli anni Sessanta alla seconda metà degli anni Ottanta: «l’arte è una forma di linguaggio, è il valore non illustrativo, non rappresentativo che permette di sviluppare l’autonomia del linguaggio artistico sganciato dal soggetto presente nell’opera», che spesso può essere un semplice segno o un oggetto d’uso o una struttura latente della realtà.

COPERTINA3
Luoghi, Persone e Avvenimenti
Avvenimento
Una scuola per “creatori di forme nuove”
Luogo
Bar Grande Italia
Avvenimento
L’era del beat all’italiana
Avvenimento
Un nuovo spazio per la cultura modenese
Luogo
Istituto d’Arte Adolfo Venturi
Bio
Francesco Guccini