Ennio Resca
Finale Emilia (MO), 1921 - Modena, 1988
Partigiano, dirigente sindacale della Camera del lavoro di Modena, esponente del Partito comunista modenese
Proveniente da una famiglia di orientamento socialista, Ennio Resca frequenta le scuole elementari e poi il seminario di Nonantola. Non sceglie i voti e rientra in famiglia, impiegandosi come contabile nell’azienda agricola Mattioli. È tra i pochi finalesi a scegliere la via della montagna dopo l’occupazione nazista. Inquadrato nella formazione Stella rossa, è con i suoi compagni vittima di un terribile agguato nazista nell’agosto 1944; successivamente, entra nella formazione Valanga in Garfagnana.
Dopo la Liberazione torna a Finale Emilia diventando segretario della locale Camera del lavoro. Il valore del suo impegno a favore dei lavoratori è dimostrato dal fatto che sia nelle elezioni amministrative del 1946 sia in quelle del 1951 risulta il candidato più votato. Nel 1947 diventa segretario della Federbraccianti provinciale, ma le sue posizioni politiche – che richiamano quelle della tradizione socialista prefascista, ostile alle categorie intermedie dell’agricoltura come i mezzadri – lo mettono in posizione critica verso sindacato e Partito comunista. Per questi motivi è spostato ad attività di formazione sindacale, che esplica nelle scuole di Milano, Reggio Emilia e Riccione.
A metà degli anni Sessanta è ideatore e presidente per un ventennio del Centro turistico modenese, una cooperativa di turismo sociale sostenuta dal movimento sindacale, cooperativo e culturale che diventa ben presto la principale agenzia di viaggi di Modena e una delle più importanti in Italia, poi unificatasi nel 2000 con Robintur.
Terminata la sua esperienza lavorativa, dalla fine degli anni Settanta e fino alla sua scomparsa è attivo nell’Istituto storico della Resistenza di Modena, nonché promotore della nascita dell’archivio storico della Cgil di Modena. Riprende così gli studi su Gregorio Agnini, sulla cooperazione e sul movimento operaio e socialista modenese avviati già negli anni Cinquanta con il suo compagno Bruno Messerotti, proponendo nuovi progetti di ricerca su antifascismo, gli scioperi operai del 1944 e la guerra di Spagna.