Ennio Pacchioni

Vignola (Mo), 1903 - Modena, 1978

Nato a Vignola il 14 novembre 1903, Ennio Pacchioni si trasferisce a Modena dove si laurea in giurisprudenza e in chimica, per poi gestire una farmacia a Sassuolo. Antifascista di simpatie socialiste, da giovane sembra collabori con l’associazione “L’Italia libera”. Segnalato dalla polizia nel 1932 per aver partecipato ad alcune riunioni ‘sovversive’, è costantemente vigilato e ammonito nel 1937. In questo periodo le autorità scrivono che «si atteggia ad uomo di pensiero e di studio ritenendo di essere persona superiore per doti d’intelletto non comuni e quindi si assoggetta, per forza maggiore, alla disciplina sociale del Fascismo ma la sopporta male e non ne fa mistero».

Dal 1941 inizia a collaborare con lo storico dell’arte Carlo Ludovico Ragghianti, in soggiorno obbligato a Modena, e aderisce al Partito d’azione. Si occupa di stampa e propaganda, ma svolge un ruolo importante anche nel consolidamento del partito in Emilia-Romagna e tiene i collegamenti con il partito di Milano. Il 5 settembre 1943 partecipa come delegato di Modena al convegno nazionale clandestino del Pda che si svolge a Firenze.

Dopo l’8 settembre continua a occuparsi del partito ed è tra i promotori del Comitato di liberazione nazionale di Modena. Costretto per diversi mesi alla latitanza, entra nel Cln provinciale come rappresentante del Pda a ridosso della Liberazione.

Attivo nel partito fino al suo scioglimento nel 1947, molto legato a Ferruccio Parri, nel 1949 costituisce la sezione modenese della Federazione italiana delle associazioni partigiane (Fiap) e nel 1950 promuove la nascita dell’Istituto storico della Resistenza di Modena, diventandone il primo presidente, carica che mantiene fino alla sua morte. Dal 1946 al 1957 è anche presidente degli Istituti ospedalieri di Modena.

Nel 1954 tenta anche di costituire un Istituto emiliano, ma questo progetto non riesce a decollare. Solo nel 1963 nasce la Deputazione per l’Emilia e la Romagna per la storia del movimento della Resistenza e della guerra di Liberazione, poi Istituto regionale Parri, che lo vede vicepresidente dal 1966 al 1977.

Muore a Modena il 10 luglio 1978.

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