Duilio Sinigaglia

Modena, 1898 – 1921

Comandante delle Squadre d’azione fasciste di Modena

Proveniente da una famiglia ebraica modenese, Duilio Sinigaglia si diploma in ragioneria all’Istituto Barozzi nel 1916 e partecipa alla Prima guerra mondiale con il grado di sottotenente di fanteria. Fatto prigioniero dagli austriaci durante la ritirata di Caporetto, è portato nel campo di concentramento di Wegscheid bei Linz, in Alta Austria, dove rimane fino al maggio 1918, e poi in quello di Braunau, in Boemia, fino al 2 novembre 1918. 

Acceso nazionalista, è tra i promotori del primo Fascio nel maggio del 1919. Alla fine di settembre, però, con altri si reca a Fiume, per partecipare all’impresa capeggiata da D’Annunzio. Risulta parte della Milizia legionaria fiumana dal 30 settembre 1919 al 4 gennaio 1921. 

Rientrato a Modena, diventa comandante della squadra d’azione ‘Disperata’, compiendo numerose azioni in città e in provincia e mettendosi in luce come uno dei più aggressivi squadristi modenesi. Un particolare accanimento lo riserva al deputato socialista Pio Donati, anch’egli ebreo, con aggressioni e violenze verso il suo studio di piazza Mazzini.

Nel giugno 1921 risulta il più votato nelle elezioni del Direttorio del Fascio di Modena, di cui diventa segretario amministrativo, ed è comandante delle squadre d’azione della federazione provinciale. In tale veste è protagonista di molte azioni contro le organizzazioni socialiste o loro dirigenti, fino al 26 settembre 1921 quando, durante una manifestazione in via Emilia, cade ucciso dal fuoco delle Guardie regie con altri sette fascisti.

Da quel momento Duilio Sinigaglia diventa il “martire” per eccellenza del fascismo modenese, mentre i suoi fratelli e sorelle sono attivi nelle organizzazioni fasciste e impiegati presso enti pubblici. A lui è intitolato un Gruppo rionale fascista e viene eretta una tomba-monumento. Dopo le leggi antiebraiche del 1938 tutta la famiglia viene ‘discriminata’ e continua a vivere indisturbata a Modena fino alla Liberazione. Solo il fratello Angelo, che si era trasferito a Firenze, è arrestato e deportato nell’aprile 1944 assieme alla moglie e alla figlia ad Auschwitz, da dove non faranno più ritorno.

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Luoghi, Persone e Avvenimenti
Avvenimento
I “martiri fascisti”
Luogo
Gruppo rionale fascista “Duilio Sinigaglia”